Consiglio di Stato conferma la decadenza della concessione di Global Starnet. Ma la compagnia può continuare a operare

Il Consiglio di Stato conferma la decadenza della concessione di Global Starnet, uno dei principali operatori di slot e vlt al centro da anni di una lunga vicenda processuale: nel marzo 2017 l’Agenzia delle Dogane dei Monopoli aveva appunto disposto la decadenza, spiegando in buona sostanza che era venuto meno il rapporto fiduciario con la compagnia.

La vicenda giudiziaria della Global ha inizio nel 2012 quando la Prefettura di Roma ha denunciato dei tentativi di infiltrazione mafiosa; la società venne esclusa dalla procedura per l’assegnazione delle nuove concessioni degli apparecchi. Ne sono scaturiti una serie di ricorsi – arrivati anche di fronte alla Corte di Cassazione e alla Corte Costituzionale – che hanno consentito alla società di continuare a operare fino a oggi. La situazione però non si è dipanata, anzi si è complicata ulteriormente: nel 2014 il Prefetto di Roma ha posto la Global in straordinaria e temporanea gestione, e nel febbraio 2015, il patron della compagnia è stato rinviato a giudizio, per associazione a delinquere. Nel 2017, poi, è appunto arrivato il provvedimento con cui ADM ha disposto la revoca della concessione.

Nel ricorso la Global contesta sia la gravita delle infrazioni commesse, sia il potere di ADM di disporre la decadenza in simili circostanze. Il Consiglio di Stato, tuttavia, replica che una “delle ragioni giustificatrici poste a base della decadenza viene individuata nell’esaurimento del rapporto fiduciario tra lo Stato e il concessionario” e che nel provvedimento dell’ADM questo motivo viene “argomentato mediante la citazione di molteplici episodi che avrebbero incrinato la fiducia nei confronti della concessionaria”. ADM ha infatti qualificato il comportamento della Global come un “grave illecito professionale”, e il giudici di Palazzo Spada confermano che questa ipotesi sia “idonea a determinare la cessazione del rapporto concessorio”. La decadenza quindi “risulta pertanto scevra da qualsivoglia vizio di illegittimità censurabile da questo Consiglio di Stato”.

I giudici ricordano anche che “i requisiti previsti a pena di esclusione per la partecipazione alle procedure di evidenza pubblica di aggiudicazione dell’appalto debbano permanere lungo tutto il corso del rapporto con l’amministrazione e non soltanto in quel “segmento” dell’intera vicenda costituito dalla selezione della controparte del rapporto giuridico”. E questo “sia a tutela della generalità degli interessi pubblici (…) sia, più specificamente, del pubblico erario, la cui contribuzione è posta a carico della collettività. Un simile obiettivo va perseguito specie nel settore del gioco lecito, nel quale (…) ben possono dirsi sussistenti i ‘motivi imperativi di interesse generale’, consistenti negli obiettivi di ‘migliorare la solidità economica e finanziaria dei concessionari, di accrescere la loro onorabilità e la loro affidabilità, nonché di lottare contro la criminalità'”.

Secondo quanto apprende Agimeg da fonti della compagnia, questa pronuncia non incide al momento sull’operatività della Global, visto che la società si trova appunto in amministrazione controllata. Questo consentirebbe di salvaguardare i posti di lavoro e di garantire l’utile erariale, visto che la raccolta delle slot e delle vlt non verrebbe interrotta. rg/AGIMEG