Camera, Ordinamento sportivo: sì a divieto scommesse su partite della Lega nazionale dilettanti

Parere favorevole con osservazioni del Comitato per la legislazione alla Camera al provvedimento riguardante le “deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione”. E’ proseguito l’esame anche in VII commissione dove il relatore Daniele Belotti (Lega) ha invita al ritiro, avvertendo che altrimenti il parere è contrario, dell’emendamento Butti 4.17, invitando i presentatori di quest’ultimo a valutare la possibilità di presentare sul tema un ordine del giorno in Assemblea. Tale emendamento prevede: “Al comma 1, lettera g), aggiungere, infine, le seguenti parole: Stabilendo che l’organizzatore delle competizioni facenti capo alla Lega di serie A, per valorizzare e incentivare le attività del sistema sportivo professionistico e le attività di prevenzione e di contrasto al gioco e alle scommesse, destini una quota del 15 per cento delle risorse economiche e finanziarie derivanti dalla commercializzazione dei diritti di cui all’articolo 3, comma 1 del decreto legislativo 9 gennaio 2008 n. 9 , a favore delle leghe inferiori del calcio, della lega pallacanestro professionistica, alla federazione gioco calcio, alla Autorità Nazionale Anticorruzione e al fondo antiludopatia”. Ha espresso invece parere favorevole, a condizione che sia riformulato nei termini che si riserva di precisare, sull’articolo aggiuntivo Furgiuele 3.01, sottoscritto anche da Giorgia Latini (Lega). L’emendamento Furgiuele recita: “Considerati la maggiore vulnerabilità sul piano economico, il condizionamento criminale e le frequenti difficoltà delle società ad adempiere agli obblighi contrattuali verso i calciatori esponendoli, in tal modo, al più alto rischio di operazioni di match-fixing, sono vietate le scommesse sulle partite di calcio delle società che militano nei campionati della Lega nazionale dilettanti. Chiunque esercita l’organizzazione di scommesse di cui al comma 1, è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da venti a cinquanta mila euro”. cdn/AGIMEG