Bilancio 2019 dell’attività delle forze dell’ordine nell’Agrigentino. Ecco gli interventi nel settore dei giochi

Gli avvenimenti di cronaca nell’Agrigentino, tra il capoluogo e la provincia, accaduti nell’anno 2019. A renderli noti il sito di Teleacras. Diversi gli interventi nel settore dei giochi. A febbraio, una rapina a mano armata, a Palma di Montechiaro, in un centro scommesse. Nel mese di marzo sono state messe in atto le verifiche dei Carabinieri finalizzate a scovare eventuali “furbetti” degli abbonamenti alle “pay tv”. I militari hanno ispezionato in orario serale una decina di obiettivi, tra sale giochi, pizzerie, circoli, internet point, bar e sale scommesse, sia a Porto Empedocle che ad Agrigento. In una sala scommesse a Porto Empedocle sono risultate mancanti le autorizzazioni per svolgere tale attività. Nel mese di giugno, i Carabinieri della stazione di Campobello di Licata hanno scoperto in un bar nel centro città, due totem per il gioco d’azzardo e un altro per intrattenimento senza codice identificativo e, quindi, senza nulla osta all’esercizio. Il titolare è stato denunciato, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Agrigento per esercizio di giochi d’azzardo, e gli sono state inflitte sanzioni per circa 100 mila euro. Inoltre, i Carabinieri del Comando provinciale di Agrigento hanno svolto un blitz ai danni di sette tra presunti vertici e affiliati alle famiglie mafiose di Cosa Nostra di Licata e di Campobello di Licata. Sono stati documentati gli interessi mafiosi anche nel settore delle slot, tramite una compiacente società di distribuzione di apparati elettronici da gioco. A luglio, su disposizione del questore di Agrigento, è stata chiusa un’impresa a Licata, a seguito dell’arresto del titolare per associazione mafiosa su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. La Questura ha notificato un provvedimento di sospensione a tempo indeterminato, con conseguente cessazione della relativa attività di distribuzione e gestione di apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici da intrattenimento e da gioco di abilità. Inoltre, a Favara i Carabinieri hanno scoperto tre apparati da intrattenimento senza titolo autorizzativo e non collegati alla prevista rete statale. E ciò all’interno di un Circolo risultato sprovvisto della necessaria licenza di pubblica sicurezza e della prevista tabella dei giochi proibiti. Sono stati denunciati tre gestori ed elevate sanzioni amministrative per oltre 80mila euro. Ed a Raffadali, invece, i Carabinieri hanno scoperto e sequestrato altri sei apparati da intrattenimento senza titolo autorizzativo e non collegati alla rete statale, all’interno di un locale allo stesso modo sprovvisto di licenza di pubblica sicurezza e della prevista tabella dei giochi proibiti. Il gestore è stato denunciato e sanzionato per complessivi 110mila euro. Nel mese di novembre, i Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, tra le province di Agrigento e Caltanissetta, a carico di tre indagati perché presunti componenti di un’organizzazione criminale impegnata nelle truffe di giocatori d’azzardo. Nel corso dell’indagine, i Carabinieri hanno ricostruito come facoltosi professionisti fossero raggirati mediante l’uso di un tecnologico marchingegno in grado di prevedere il risultato delle mani di poker “Texas hold’em”. Il giro d’affari dell’organizzazione ammonterebbe a diverse centinaia di migliaia di euro. A dicembre, i Carabinieri della Stazione di Ravanusa, affiancati da personale della “Sezione Operativa Territoriale di Palermo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”, hanno ispezionato una sala giochi a Ravanusa e hanno riscontrato la presenza di 4 apparecchi da gioco non censiti e non collegati alla rete dei Monopoli, che sono stati spenti e sequestrati, interrompendo così la frode nei confronti dello Stato e degli ignari giocatori. I Carabinieri hanno poi sanzionato il titolare della sala giochi, con una stangata da 120.000 euro. cdn/AGIMEG