Avv. Simeone (Cartello Insieme Contro l’Azzardo) e Dotti (Vita.it): “Il Governo non ha mantenuto le promesse sulle restrizioni sul gioco. Errate le Linee guida sulla pubblicità”

“La battaglia del Governo giallo-verde contro il gioco si è arenata. Il contratto di Governo doveva essere applicato alla lettera. A un anno dall’insediamento invece non c’è nessuno spiraglio di quanto era stato annunciato”. Lo ha detto l’avvocato Marco Simeone, del “Cartello Insieme contro l’azzardo”, intervenendo alla trasmissione ElleEsse, condotta da Stefano Milani, che si è appena conclusa su RadioArticolo1. In collegamento telefonico oltre all’avv. Simeone, anche Marco Dotti, giornalista di Vita.it. Nella copertina, la trasmissione ha ricordato appunto quali fossero gli impegni che avevano assunto i due partiti nel contratto di Governo: si va dal divieto assoluto pubblicità, alla trasparenza finanziaria per le aziende di settore, la tracciatura dei flussi finanziari per contrastare l’evasione e le infiltrazioni criminali. E ancora si prevedeva l’uscita dal machine gambling, il lancio della tessera del giocatore, l’introduzione di limiti spesa, l’aumento delle distanze minime dai luoghi sensibili e il divieto di istallare slot in una serie di locali, a partire dai bar. “Il Governo aveva promesso una exit-strategy dall’azzardo, e a oggi non se ne vede traccia” ha commentato Simeone. “I nostri dubbi sulla direzione che ha preso questo Esecutivo aumentano ogni giorno”. Secondo Dotti, “Il Movimento 5 Stelle ha scelto, per occuparsi della questione giochi, persone che non avevano mai avuto nulla a che fare con il settore”. E quindi ha citato direttamente Villarosa, il sottosegretario all’Economia che ha la delega sul settore: “Alcune settimane fa si è presentato in piazza a una manifestazione organizzata da una lobby, e poi ha dovuto fare dietro-front”. Sul divieto di pubblicità, invece Simeone ha criticato aspramente le linee guida dell’Agcom, e la stessa Authority “non è stata affatto indipendente”. E ha spiegato: “Ha trasferito nelle linee guida le rimostranze di una delle parti in causa, ha commesso un eccesso di potere. Il provvedimento è errato, il divieto posto dal Decreto Dignità andava semplicemente applicato in maniera letterale”. Dotti, invece, ha parlato di “grumi di interesse dietro al gioco che intaccano anche i media. Il gioco è cosa concreta che produce danni, chi se ne occupa deve fare i conti con interlocutori non piacevoli. E’ per questo che non si apre il dibattito, conviene non parlarne, o dire mezze verità. Un grosso quotidiano – quando sono state approvate le linee guida – titolava che pubblicità del gioco non sarà più possibile, noi abbiamo dimostrato che non è vero”. lp/AGIMEG