Scommesse sportive, Mazza (ceo Betaland): “I dati di settembre confermano la bontà del lavoro svolto e puntiamo a crescere ancora. Il bando di gara è necessario ed urgente”

Si sta rivelando un inizio stagione molto brillante per Betaland, uno dei concessionari di scommesse sportive e gioco online più attivi del mercato. I dati di settembre hanno visto infatti balzare Betaland nelle prime posizioni nel segmento dell’online. Il perché di questi ottimi risultati, le novità in arrivo ed una attenta valutazione sul mercato attuale sono tra i temi dell’intervista rilasciata in esclusiva ad Agimeg da Carmelo Mazza, ceo di Betaland.

Partiamo dalla fine. Come giudica i risultati ottenuti da Betaland a settembre? Più in generale come sta andando il 2017?
Come dice Michele Sprovieri, il nostro Direttore Generale, “siamo soddisfatti ma mai appagati”. Intendo dire che settembre ha confermato quanto di buono abbiamo messo in piedi per i casino (con le numerose piattaforme integrate) e soprattutto per le scommesse sportive. Sulle scommesse siamo complessivamente cresciuti come quota di mercato; nella spesa per il segmento telematico abbiamo superato grandi società che meritano tutto il nostro rispetto. Per un operatore entrato da 2 anni e mezzo (e solo da poco più di un anno nell’online) penso sia un oggettivo successo imprenditoriale e manageriale. Tuttavia lavoriamo ancora come una start-up, gli aspetti da rafforzare sono ancora tanti. Il 2017 è stato un anno di investimenti e di definizione del modello di partnership con i nostri fornitori: alla fine di quest’anno tireremo le somme e vedremo se gli investimenti fatti portano benefici. Io sono pronto a scommettere di si!

Quale è l’offerta di gioco che vi sta dando maggiori soddisfazioni e quale quella che potrebbe “sorprendervi”?
Siamo di vocazione un bookmaker: è ovvio che la nostra attenzione in primo luogo va alle scommesse sportive. In questo senso, noi riteniamo che vi siano ancora margini di miglioramento del prodotto e per questo motivo ci piacerebbe poter ricevere la sorpresa di un nuovo decreto sulle scommesse sportive che consenta di superare molti degli anacronistici vincoli ancora presenti.

Agenzie ed online: dove vedremo Betaland più impegnata nei prossimi mesi?
La nostra piattaforma ci consente di mutuare rapidamente le stesse soluzioni tra fisico e telematico, quindi saremo impegnati in egual misura tra fisico e online, in ossequio anche alla convergenza tra canali che sta caratterizzando l’evoluzione nel settore dei giochi. La riconoscibilità del nostro marchio sta crescendo su entrambi i canali ed ulteriori investimenti sono previsti per sostenere i punti di forza della nostra offerta: usabilità del sito e completezza dell’offerta retail. Infatti rilasceremo entro fine ottobre un nuovo terminale web, frutto del grande lavoro sul prodotto che sta facendo il team IT, che rappresenterà un’ulteriore passo avanti in termini di usabilità. Sull’online integreremo altre piattaforme di casino entro la fine dell’anno. Sono orgoglioso di poter dire che tutti questi sviluppi sono stati fatti in house da un gruppo di giovani estremamente competenti e determinati sotto la guida sapiente e visionaria del nostro Direttore Generale Michele Sprovieri. Tanto per usare una metafora motoristica, una passione che personalmente ci accomuna, se io sto al muretto con la proprietà per le strategie di gara, è lui che sta in pista a battere i record sul giro e a darci feedback.

Cosa ne pensa del servizio delle Iene sui centri di scommesse illegali? Cosa si può fare concretamente e velocemente per limitare o debellare il fenomeno?
Il servizio mi ha messo tristezza. Da una parte assistiamo ad un settore che vuole rinnovarsi, come mostrano le recenti presentazioni dei bilanci sociali con parterre iper istituzionali, dall’altra ancora una volta il settore mostra un volto poco presentabile. E questo ci porterà a critiche ancora più severe da parte dell’opinione pubblica. Io credo che per limitare il fenomeno siano importanti per prima cosa forti interventi formativi sugli esercenti che devono comprendere per primi il discrimine tra offerta legale e non regolare. Tuttavia mi intristisce dover ancora parlare di gioco illegale dopo tanti sforzi normativi e due sanatorie: credo che vi sia modo per poter agire incisivamente sul fenomeno. Quindi suggerisco di fare meno affidamento su nuove leggi e burocrazia ma puntare sula semplificazione degli adempimenti e su un’azione repressiva più mirata piuttosto che su controlli standard sulla rete riconosciuta come regolare.

“Vivere” senza bando si può?
Sopravvivere si può ma investire e crescere no. Per questo noi riteniamo che il bando sia necessario per dotare finalmente il settore retail di un quadro regolatorio definito che incoraggi le tante realtà esistenti ad investire. Il settore ha bisogno di un processo di razionalizzazione ed integrazione: solo l’esistenza di un quadro regolatorio certo può favorirlo. Al contrario, si resterà con oltre 200 concessionari ed una inefficiente (dal punto di vista economico) strutturazione dell’offerta: uno svantaggio per tutti, imprese, istituzioni, giocatori, comunità. ff/AGIMEG