Operazione Gaming off line: rete illegale affiancata a quella legale, nelle 20 agenzie di scommesse sequestrate volume d’affari da 1 milione di euro al mese

Nella serata di sabato 17 novembre, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania nei confronti di 29 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti, tra cui l’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, la truffa aggravata ai danni dello Stato, il riciclaggio, l’intestazione fittizia di beni, nonché per il connesso reato-fine di truffa ai danni dello Stato in concorso con l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 c.p. per aver svolto una funzione strumentale ed agevolatrice nei confronti dell’associazione per delinquere di stampo mafioso denominata Cappello – Bonaccorsi, consentendone, in maniera determinante, l’infiltrazione e la connessa espansione nel settore dei giochi e delle scommesse on line.

I destinatari della misura cautelare sono stati ritenuti altresì responsabili – come riporta un comunicato della Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, dei reati di: truffa ai danni dello Stato perché, in concorso morale e materiale tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, con artifizi e raggiri consistiti nel progettare ed utilizzare numerosi siti con estensione “.com” tra cui “Futurebet, Futurebet2021, Future2bet2021, Betworld365, Betcom29, Betcom72”, “Premierwin365”, “Special2bet”, “Goplay33”, “Racing dogs”, “betcom29.com”, “stanleybet”, non autorizzati all’esercizio della raccolta delle scommesse e diffusi – attraverso master e agenti – anche all’interno di agenzie che, parallelamente, utilizzavano siti legittimamente autorizzati alla raccolta delle scommesse, sì da rendere più difficile la individuazione dei siti illeciti, consentendo l’organizzazione del gioco e delle scommesse “da banco” per ingenti importi, nonché il pagamento dell’eventuale relativa vincita, in tal modo inducendo in errore l’Agenzia delle Entrate e l’Erario sul luogo di raccolta delle scommesse (che si concludevano sul territorio italiano e non all’estero) e, conseguentemente, non corrispondendo l’imposta unica sulle scommesse. Gli indagati, così operando, si procuravano un ingiusto profitto con pari danno per le suddette amministrazioni statali, condotta aggravata per alcuni di essi ai sensi dell’art. 416 bis.1 c.p. per avere essi svolto una funzione strumentale ed agevolatrice nei confronti dell’associazione a delinquere di stampo mafioso Cappello-Bonaccorsi, alla quale consentivano in maniera determinante, l’infiltrazione e la connessa espansione nel settore dei giochi e delle scommesse on line;
esercizio abusivo di giochi e scommesse perché, in concorso morale e materiale tra loro e con altri soggetti non identificati, tramite le posizioni ed i ruoli associativi loro contestati, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, costituivano e gestivano sul territorio nazionale, in assenza di concessione, autorizzazione o licenza ai sensi dell’art. 88 T.U.L.P.S., numerose agenzie e/o Centri Trasmissione Dati (C.T.D.) che diffondevano ed utilizzavano le piattaforme illegali appositamente create e sopra elencate, attraverso le quali simulavano un’attività di trasmissione dati relativi alla raccolta “on line” delle scommesse, esercitando – di fatto ed abusivamente – l’organizzazione del gioco e delle scommesse “da banco”, accettando, direttamente, la conclusione del relativo rapporto contrattuale e, quindi, procedendo alla raccolta della posta giocata dal cliente (o la sua promessa) ed al pagamento della eventuale relativa vincita, in assenza delle previste concessioni e autorizzazioni ovvero con modalità difformi da quelle previste.

L’operazione ha portato a scoprire un nuovissimo, imponente ed efficace sistema criminoso finalizzato a consentire il massiccio reimpiego del denaro proveniente dalle attività criminali ascrivibili al clan Cappello – Bonaccorsi nel settore delle scommesse sportive on line, nonché l’incremento del capitale illecito attraverso le numerose agenzie che gestiscono, anche per conto del clan appena menzionato, il gaming on-line. Le indagini, nate come naturale prosecuzione di quelle svolta dalla Squadra Mobile di Catania e dal Servizio centrale Operativo di Roma nei confronti di appartenenti al clan Cappello-Bonaccorsi e già sfociata nella nota operazione “Penelope”, si rivelavano da subito particolarmente fruttuose ed innovative, in quanto consentivano di registrare alcune conversazioni dal tenore delle quali si delineava in maniera chiara un articolato progetto di espansione, promanante da alcuni soggetti intranei al clan Cappello, nel settore delle scommesse on.line, che prevedeva l’acquisizione nelle province di Ragusa e Siracusa di locali commerciali da adibire a sale scommesse, nonché la commercializzazione di un software da installare presso sale di terzi che avrebbe consentito l’esercizio abusivo di scommesse, in quanto operativo sul .com (illegale sul territorio italiano) in maniera parallela all’attività lecita.

Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini condotte dalla Squadra Mobile e dal Servizio Centrale Operativo attestavano quindi l’esistenza di una consolidata organizzazione criminale dedita alla gestione di numerose agenzie di scommesse presenti sull’intero territorio siciliano che, sovente, sfruttavano la copertura legale e consentivano di focalizzare l’attenzione degli investigatori sulla figura di un imprenditore aretuseo, in possesso di rilevanti risorse finanziare e tecniche, il quale era attivamente collaborato – sotto il profilo tecnico-amministrativo – da una serie di soggetti, anch’essi tecnicamente attrezzati, per mantenere efficace il sistema occulto, parallelo a quello legale. L’attività svolta dal predetto imprenditore presentava una duplice caratterizzazione, consentendo, da un lato, una pervicace infiltrazione nell’intero settore della raccolta del gioco attraverso cui assicurare, di fatto, una posizione di predominio alle famiglie mafiose rispetto agli operatori del circuito legale e, dall’altro, contribuendo in maniera determinante a rendere estremamente difficoltosa l’attività di controllo da parte degli organi istituzionali preposti, favorendo il reimpiego dei capitali illecitamente acquisiti, stante la perfetta sovrapponibilità del circuito legale con quello illegale. Alla illecita acquisizione dei capitali riciclati nella suddetta attività imprenditoriale, si affiancava la continua opera di erosione del gettito fiscale dovuto allo Stato, stante la maggiore appetibilità dell’offerta del circuito illegale che, non essendo gravato dai costi di legalità, consentiva di realizzare vincite più facili e di maggiore importo. Il G.I.P. del Tribunale di Catania, ha convalidato il sequestro preventivo emesso dalla Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia in via d’urgenza, di 20 agenzie di scommesse/internet point, ricadenti nelle province di Catania, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa, taluni dei quali riconducibili ad indagati nei confronti dei quali non è stata avanzata richiesta di misura personale. Il volume di affari delle venti agenzie di scommesse, dislocate sul territorio delle province di Catania, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa, sottoposte a sequestro è stato stimato in un milione di euro mensile. lp/AGIMEG

Salvago (Dirigente Squadra Mobile Catania): “Mafia sempre più attiva nel controllo delle scommesse clandestine”

“Il settore delle scommesse e del gioco da sempre ha destato gli interessi delle organizzazioni criminali. E’ una tradizione di lunga data. Proprio per questo il Ministro degli Interni è particolarmente attento al fenomeno. In questo contesto noi non abbassiamo la guardia visto che da qui le organizzazioni criminali riescono a recuperare ingenti quantità di denaro fresco da investire in altri settori leciti oppure nella cosidetta zona grigia”.
Lo ha detto il Questore di Catania Alberto Francini, in occasione della conferenza stampa relativa all’Operazione “Gaming Off Line”.
“La mafia non è più coppola e lupara ma ha bisogno di nuovi soggetti; figure tecniche altamente professionali – ha aggiunto Antonio Salvago, il dirigente della Squadra Mobile – durante le indagini abbiamo notato questo efficace sistema di reimpiego dei proventi delle attività illecite nelle scommesse sportive. Un’espansione del territorio, quello del clan “Cappello-Bonaccorsi”, che non riguarda solo la città di Catania ma si estende alle sale scommesse nelle Sicilia Occidentale come Ribera e Gela. Non solo – continua Salvago-, mentre una volta era l’estorsione a rappresentare la più netta signoria territoriale di un gruppo mafioso, oggi non è più così. Adesso le massime espressioni del potere mafioso sono il controllo delle piazze di spaccio e le agenzie di scommesse”. lp/AGIMEG