Giochi, allarme Banca d’Italia: “Settore giochi e scommesse oggetto di infiltrazioni criminali, perseguire maggiore armonizzazione del quadro regolamentare e dei controlli”

La Banca d’Italia rilancia l’allarme riciclaggio nel settore del gioco. L’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF) ricorda – nelle linee di intervento sulla nuova regolamentazione antiriciclaggio nel settore del gioco – che dalle analisi del settore del gioco pubblico condotto dal Comitato di sicurezza finanziaria (CSF) si evidenzia “la necessità di perseguire una maggiore armonizzazione del quadro regolamentare e dei controlli, nonché più ampi ed efficaci scambi informativi fra le autorità, specie in considerazione del carattere transfrontaliero dell’attività. Grazie al recepimento della IV Direttiva i presidi antiriciclaggio e gli ambiti di cooperazione sono stati rafforzati, in modo particolare, nel settore dei giochi. Spetta ora agli operatori e alle autorità proseguire la collaborazione in modo attivo, responsabile ed efficace”. Nel report dell’UIF si sottolinea come “in ragione dei rilevanti flussi finanziari da cui è caratterizzato, il settore dei giochi e delle scommesse è oggetto di concrete e potenziali infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Numerose indagini investigative evidenziano il carattere sempre più capillare e pervasivo di tale fenomeno”. Il contributo della UIF a fini di prevenzione dell’utilizzo del gioco pubblico per scopi illeciti diventa così “determinante non solo per fornire impulso e supporto alle autorità investigative e repressive ma, ancor prima, per accrescere il grado di collaborazione attiva da parte degli operatori, che costituiscono la prima frontiera e il primo canale in grado di intercettare e veicolare flussi finanziari potenzialmente illeciti. In quest’ottica, le segnalazioni di operazioni sospette provenienti dagli operatori di gioco assumono un ruolo particolarmente rilevante in quanto offrono l’opportunità di approfondire la conoscenza del settore e di saggiare il grado di affidabilità dei soggetti destinatari degli obblighi di prevenzione”.
Il Rapporto annuale dell’UIF sull’attività svolta nel 2016 conferma, fra le modalità più frequentemente utilizzate dalle consorterie criminali nel settore dei giochi on line, delle slot machine e delle scommesse sportive, l’infiltrazione attraverso prestanome in seno a società che gestiscono le scommesse e le sale gioco. A latere del circuito legale si rileva una sempre più rilevante attività svolta mediante la gestione su piattaforme illegali delle scommesse sportive e dei videopoker, con l’utilizzo di server ubicati in paesi esteri. D’altro canto il gioco on line è per natura “transfrontaliero”; i siti di gioco alternativi a quelli autorizzati sono facilmente accessibili attraverso la rete. Ne deriva la possibilità di un’offerta illegale di gioco on line, la cui entità è difficilmente stimabile.
Il Rapporto UIF del 2016 ha confermato il trend di crescita delle segnalazioni trasmesse dagli operatori non finanziari (passate da 1.864 nel 2015 a 2.584 nel 2016); in termini assoluti, sono ancora i gestori di giochi e scommesse ad accentrare la percentuale maggiore di segnalazioni di tale categoria (circa l’80%), con un incremento annuo che sfiora il 40%.
Riguardo al gioco on line, come rilevato anche nel documento sull’Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, “è ritenuta rischiosa la possibilità di utilizzare piattaforme informatiche gestite da società straniere prive di autorizzazione, dato che i relativi flussi finanziari sfuggono al monitoraggio delle autorità italiane.
Nel corso del 2016 sono pervenute numerose segnalazioni da parte di concessionari di gioco a distanza, relative a pratiche collusive poste in essere da clienti dediti ai cosiddetti skill games, giochi caratterizzati dalla prevalenza dell’abilità del giocatore rispetto alla componente aleatoria”. Riferisce in proposito l’ultimo Rapporto UIF che “dette pratiche collusive sarebbero utilizzate per giocare in modo concertato a danno di terzi partecipanti al torneo, oppure per dissimulare trasferimenti di denaro. A tale attività fanno da corollario fenomeni di furto dell’identità digitale, finalizzati all’attivazione di conti di gioco alimentati da carte di pagamento sottratte e impiegate per simulare attività di gaming la cui unica finalità è quella di consentire un trasferimento di disponibilità tra i giocatori e la connessa monetizzazione”. cr/AGIMEG