Istituto Superiore di Sanità (ISS) ad Agimeg: “Con l’emergenza Coronavirus nessun aumento delle telefonate al Numero Verde per il gioco d’azzardo patologico”

La chiusura totale delle sale da gioco e delle agenzie di scommesse per fronteggiare l’epidemia del Covid-19 non ha determinato un aumento significativo di chiamate dal Telefono Verde Nazionale per il gioco d’azzardo patologico – il numero verde 800558822 di aiuto gestito dall’Istituto Superiore di Sanità. Nei giorni scorsi c’erano state dichiarazioni, da parte di rappresentati di associazioni contro il gioco, che indicavano in forte aumento le chiamate ai numeri verdi di sostegno a persone con problemi da gioco. Niente di più inesatto. Dichiarazioni infatti che non trovano alcun riscontro da quanto apprende Agimeg dallo stesso Istituto Superiore di Sanità (il massimo organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale in Italia e che svolge funzioni di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica): “Le telefonate che in questo periodo di emergenza sanitaria e restrizioni non sono dissimili per quantità al momento precedente alla quarantena preventiva. Lo sono, invece, da un punto di vista qualitativo. Ogni giocatore ha una sua particolare vicenda, ma in buona parte dei casi quelli che chiamano il servizio in questa fase “alla fragilità relativa alla loro condizione, associano l’insofferenza per l’impossibilità di andare a giocare. Perlopiù si tratta di giocatori che associano l’attuale paura di ulteriori problemi economici presenti e futuri e la difficoltà di parlarne in famiglia, proprio in un momento in cui è particolarmente difficile sottrarsi dal confronto con i propri cari”. I giocatori che chiamano il numero in questo periodo vogliono “raccontare una condizione di malessere” che hanno spesso nascosto, e “che attualmente sembra più difficile da gestire”. O ancora, “il giocatore chiama proprio mentre sta vivendo l’impulso di giocare, e non potendolo fare, chiede aiuto per superarlo. Per altri, i giocatori con un livello di problematicità più lieve, l’essere condizionati dal non poter andar a giocare è diventata opportunità per riflettere e prendere consapevolezza su come essi stessi vivono il gioco e chiedere un aiuto tempestivo”. Spesso poi sono i familiari a contattare il servizio, perché “si ritrovano in casa una persona che è presente fisicamente, ma è sempre più isolata”. in questi casi la convivenza “forzata 24 ore su 24 rende più chiara la situazione di difficoltà con il gioco che il congiunto cercava di nascondere”. In questi casi è molto importante evitare approcci conflittuali e aggressivi, e lasciare spazio invece al confronto. La ricerca del parere specialistico che offre il servizio “diventa un momento per trovare conforto, ripensare a nuove modalità per parlarne con il giocatore ed entrare in relazione con lui”. lp/AGIMEG