Scommesse, tassa 0,5% “Salva Sport”: ecco perché si potrebbe non pagare e cosa succederà venerdì 15 ottobre

Il Governo sembra intenzionato a allentare il peso della tassa salva Sport sul settore delle scommesse, anche se ormai l’intervento arriva quando il prelievo è stato quasi interamente versato. Restano infatti solamente due rate da versare (il 30 novembre e il 28 febbraio), ma i concessionari sembrano aver già superato i 50 milioni previsti per quest’anno, e il decreto attuativo pubblicato da ADM nel settembre 2020 prevede che quando il tetto viene raggiunto, il prelievo si ferma.

La Tassa Salva Sport è stata istituita con il decreto Rilancio del 2020, in sostanza il Governo ha introdotto un prelievo straordinario sulle scommesse – pari allo 0,5% delle giocate – che alimenta il Fondo per il rilancio del Sistema sportivo nazionale, il cosiddetto Fondo Salva Sport. Il prelievo dura solo per due anni, il 2020 e il 2021, e doveva garantire 40 milioni il primo anno, e appunto 50 il secondo. Il Fondo serve a aiutare le società sportive, anch’esse pesantemente colpite dalla pandemia.

Gli operatori delle scommesse, dal canto loro, hanno sempre criticato la misura. Chiaramente non hanno mai messo in discussione le finalità, ma hanno evidenziato che la tassa era quantomeno inopportuna: anche le scommesse hanno risentito della crisi, la rete di agenzie fisiche in particolare ha dovuto scontare un lunghissimo lockdown. Nel caso specifico del betting exchange, poi, la tassa ha creato una vera e propria stortura, dal momento che il suo importo supera i ricavi degli operatori. Ne sono scaturiti una serie di ricorsi al Tar Lazio, la questione non è ancora stata risolta in via definitiva, ma in alcuni casi i giudici hanno dato ragione almeno in parte ai bookmaker.

Forse anche le vicende giudiziarie hanno spinto il Governo a inserire nel decreto di estensione del Green Pass – che al momento è all’esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato – una norma che sembra alleviare il peso della tassa. L’art. 6 è incentrata su un fondo da 220 assegnato a Sport e Salute nei mesi scorsi e che dovrebbe servire a pagare delle indennità per i collaboratori sportivi che non hanno potuto svolgere la propria attività a causa all’emergenza COVID-19. Se Sport e Salute non utilizzerà interamente queste somme entro il 15 ottobre, la parte restante – per il 50% – confluirà nel Fondo per il rilancio del Sistema sportivo nazionale, appunto il Fondo Salva Sport.

La norma però è poco chiara e non spiega soprattutto che effetti abbia sulla tassa dello 0,5% sulle scommesse. Il Fondo Salva Sport ha infatti una dotazione determinata: doveva arrivare a 40 milioni l’anno scorso e a 50 quest’anno. Se adesso grazie alla nuova norma una parte di queste risorse arriveranno da Sport e Salute, viene da pensare che il prelievo sulle scommesse debba ridursi di conseguenza. Questi dubbi li conferma a Agimeg anche la senatrice Valeria Valente, relatrice del provvedimento a Palazzo Madama: “Abbiamo intenzione di chiedere al Governo quali obiettivi intendeva perseguire e nel caso di apportare dei correttivi che sono necessari”.

Ora, non è nemmeno chiaro quante risorse potrebbero arrivare da Sport e Salute. La stessa società controllata dal Mef – interpellata da Agimeg – non ha saputo fornire nemmeno una cifra indicativa, nonostante debba chiudere le operazioni entro il 15 ottobre, quindi entro venerdì. Chiaramente, la società sta lavorando alacremente per completare tutte le pratiche rimaste in sospeso. Ma poi c’è anche il fatto che che alcuni collaboratori hanno chiesto sia l’indennità di Sport e Salute e sia le indennità erogate dall’INPS, nonostante i due assegni non fossero cumulabili. Insomma il conteggio è in continuo aggiornamento, e oltretutto Sport e Salute ha intenzione di chiedere al Governo di poter conservare una parte di quei soldi: ci sono infatti anche dei ricorsi pendenti che verranno decisi dopo il 15 ottobre e non è da escludere che alcune indennità vengano corrisposte successivamente.

Intanto, da quanto si apprende da fonti del settore dei giochi, gli operatori delle scommesse avrebbero già raggiunto da tempo i 50 milioni previsti per il 2021. Secondo le stime di Agimeg, quella cifra l’hanno raggiunta in nove mesi le scommesse sportive da sole, senza contare virtuali, ippiche e betting exchange. Anche in questo caso però ci sono dei ricorsi pendenti, in particolare c’è quello intentato dagli operatori del betting exchange. Il Tar Lazio in questo caso – pur ribadendo che anche questi soggetti devono versare la tassa – ha censurato il criterio seguito dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per ripartirla, e ha quindi chiesto di emanare un nuovo decreto attuativo. Eventualmente, insomma, il Tar potrebbe chiedere a ADM di restituire ai bookmaker una parte del prelievo, e provocare all’ultimo un buco nella dotazione del Fondo. In questo caso, la norma su Sport e Salute potrebbe tornare molto utile. gr/AGIMEG