Ranieri Razzante (Dir. Centro Ricerca Sicurezza e Terrorismo) ad Agimeg: “Folle imporre commissioni bancarie ad imprese di gioco per il versamento del contante. I conti correnti vanno aperti e non chiusi. Massima solidarietà ai lavoratori del settore che oggi manifestano contro la retroattività della legge sul gioco della Regione Lazio”

“Il fatto che una banca non consentirà più operazioni in contati è un abuso, in quanto ogni titolare di conto corrente ha diritto di ritirare i propri soldi in modalità cash. Serve maggiore attenzione sul tema, ma il fatto che una banca, nel caso specifico ING Italia, dal 1° luglio vieterà i contanti è un segno dei tempi, una deriva elettronica che tuttavia ricordiamo non è consentita dalla legge”. Lo ha dichiarato ad Agimeg il Professor Ranieri Razzante, Direttore del Centro di Ricerca sulla Sicurezza e il Terrorismo e Docente di Legislazione antiriciclaggio nell’Università di Bologna, relativamente alla notizia che un istituto di credito chiuderà i suoi bancomat e le casse presenti nelle filiali per spostare tutta l’attività online. “E’ una cosa giusta che la Banca Centrale Europea stia studiando l’euro digitale, ma è stato ben precisato che la moneta digitale non sostituirà il contante, ma si affiancherà ad esso. Come possono le banche impedire o anche solamente limitare e dissuadere dal prelevare contante? Su quale base legislativa? Capisco che siano delle imprese ed in termini di policy possono fare ciò che ritengono più opportuno, ma è discutibile una scelta del genere per la propria clientela, che probabilmente migrerà verso altri istituti”.
“I conti vanno aperti e non chiusi – prosegue il Professor Razzante, riferendosi anche a quanto accade per le imprese del settore del gioco – in quando non dimentichiamoci che proprio da quei conti arrivano soldi allo Stato. Tra l’altro sono venuto a conoscenza del fatto che alcune banche stanno chiedendo commissioni per il trattamento del contante, siamo alla follia. Di fatto impongono ad imprese di giochi commissioni per il solo fatto di versare contante – come se il lavoro di una banca non fosse proprio quello di contare i soldi – ed anche ciò è quantomeno discutibile. Tra l’altro il settore del gioco è più controllato di molti altri. Se si va in un casinò si deve cambiare il denaro allo sportello, ci sono limiti all’incasso delle vincite, che non possono essere pagate in contanti oltre certi limiti stabiliti per legge, insomma si dovrebbe valutare l’opportunità della deriva che la demonizzazione del contante sta portando. Vietare il cash non è possibile, dovrebbe essere la BCE a sancirlo, ma non può farlo. Non dimentichiamo poi che il tetto all’uso del contante in Italia – attualmente a duemila euro, ma scenderà a mille – è più basso rispetto alla media europea, che si attesta a 3 mila euro. Tra l’altro il contante costa meno di una carta di credito”.
In merito alla manifestazione dei lavoratori del gioco pubblico, che sta andando in scena in questi minuti presso la Regione Lazio per protestare contro la retroattività della legge regionale sul gioco che di fatto espellerebbe le attività legali dalla quasi totalità del territorio, il Professor Razzante ha commentato ad Agimeg: “Al Lazio è sfuggito di essere una delle regioni italiane più infiltrate dalla criminalità organizzata, soprattutto ‘ndrangheta e camorra, secondo i dati della Direzione Nazionale Antimafia. E’ tra le prime 3 regioni italiane per spaccio droga e vi operano oltre 100 cosche mafiose, che non vedono l’ora che il mercato del gioco si sposti dal legale all’illegale. Del resto chi vuole giocare gioca lo stesso, e ricordiamo che le bische clandestine non rispettano i distanziometri. Già oggi le mafie hanno notevoli posizioni nel settore della ristorazione, della ricezione turistica, dell’ortofrutticolo, ora regaliamo loro anche il gioco facendo chiudere le attività legali? Chi vorrà giocare lo farà in sale illegali o sull’online, su piattaforme non autorizzate. Il proibizionismo – ha ricordato Razzante – ha sempre creato problemi allo Stato e vantaggi alle mafie. Voglio esprimere la mia solidarietà ai lavoratori che stanno manifestando davanti alla Regione Lazio, imprenditori onesti che hanno agenzie autorizzate dallo Stato con tanto di concessione. Le mafie non hanno concessioni, ma lavorano lo stesso. Inoltre chiudendo il gioco legale si andrebbero a creare ulteriori problemi di ordine pubblico alle forze dell’ordine ed alla magistratura, che dovranno aumentare il proprio lavoro per scovare i nuovi canali criminali”. cr/AGIMEG