Leggi sul gioco: riviste in Puglia e Liguria. “Prove di dialogo” in Calabria e Piemonte, mentre segnali negativi arrivano da Valle d’Aosta e Toscana

Sono finora due le regioni che hanno rivisto le leggi sul gioco, accogliendo le preoccupazioni degli operatori sugli effetti che il distanziometro avrebbe prodotto in termini occupazionali. Oltre alla Puglia (che due giorni fa ha approvato delle modifiche per tagliare il distanziometro a 250 metri e esentare le sale preesistenti) c’è anche la Liguria che a fine 2018 ha adottato una proroga, sempre le sale che avevano già avviato le attività prima dell’entrata in vigore della legge. In questo caso la Regione ha deciso di attendere che il Legislatore nazionale adotti la legge di riordino del settore annunciata da tempo. Gli operatori in questi casi sono riusciti a instaurare un dialogo con le istituzioni, e stanno cercando di seguire la stessa ricetta anche in altri casi, come quello della Calabria – dove il confronto è già partito da tempo. In Piemonte poi – dove dal 20 maggio il distanziometro si applica anche alle sale già attive – l’elezione di Alberto Cirio lascia ben sperare, il nuovo Governatore infatti ha più volte affermato che la legge regionale penalizza l’offerta autorizzata, e favorisce invece quella illegale. Ma ci sono anche segnali negativi, in Valle d’Aosta ad esempio a fine maggio il distanziometro si applica anche agli esercizi preesistenti – anche qui gli operatori stanno cercando di intavolare un dialogo – la Toscana invece circa un anno fa ha modificato la legge del 2013 per renderla ancora più restrittiva e addirittura ha richiamato le sentenze con cui la Corte Costituzionale ha ritenuto gli interventi regionali per contrastare il gioco patologico. rg/AGIMEG