“Anche se la Regione Piemonte modificasse immediatamente la legge sul gioco, sarà molto difficile recuperare il mercato legale che è stato bruciato in questi anni. E questo è un aspetto che devono tenere in considerazione anche le altre Regioni: se si chiude il mercato legale del gioco, il settore passa nelle mani dell’illegale e serviranno anni e anni prima di recuperarlo”.
E’ l’avvertimento che lancia Giorgio Pastorino, presidente di STS, all’indomani della manifestazione che gli operatori del gioco legale hanno organizzato a Torino per protestare contro la legge regionale del Piemonte. “Questa legge ha previsto diversi scaglioni” spiega ancora Pastorino a Agimeg. “I primi a doversi adeguare al regime delle distanze – nel 2017 – sono stati i bar, le tabaccherie e gli altri esercizi generalisti. Due anni dopo è stato il turno delle sale aperte prima del 2014, adesso a maggio toccherà a quelle autorizzate successivamente. Ma questo vuol dire che la legge ha già determinato la chiusura della maggior parte delle sale, chi ha potuto si è trasferito, in alcuni casi anche al di fuori della Regione. Molti imprenditori del settore probabilmente hanno investito in altri settori, e adesso non torneranno indietro”. Pastorino sottolinea infatti che la legge del Piemonte ha determinato “un clima di sfiducia. Gli imprenditori sono stati costretti a chiudere sulla base di una legge sbagliata e difficilmente si fideranno, se non c’è un quadro normativo certo. E questo si ripercuote anche sulla situazione nazionale: il Governo non può indire delle gare, chiedere agli operatori di affrontare investimenti ingenti, se poi le Regioni possono chiudere il settore”. Intanto però, con la raffica di chiusure del 2017 e del 2019, gli operatori illegali hanno preso il sopravvento: “Gran parte del mercato in Piemonte è passato nelle mani dell’illegalità. Lo riconoscono tutti: politici, giudici, analisti… E lo testimoniano le tantissime inchieste giudiziarie condotte negli ultimi anni” spiega ancora Pastorino. Che poi ricorda: “Quando è stato creato il mercato legale del gioco, nei primi anni 2000, il settore è stato strappato all’illegalità e questa battaglia è durata una decina d’anni. Adesso sarà necessario rifare la stessa cosa. Ma ancora una volta bisogna fare i conti con il clima di sfiducia che si è creato: quale imprenditore affronterebbe un percorso, uno sforzo, del genere se poi potrebbe essere costretto a chiudere nel giro di qualche anno?”. gr/AGIMEG