Governatori & Sindaci: attaccare il gioco non paga politicamente. Sondaggio “Sole24Ore” Zingaretti (Lazio) e Raggi (Roma) ultimi in classifica. In cima alle preferenze degli italiani Zaia (Veneto). I dettagli delle classifiche legate agli interventi sul gioco

Quanto pesa, sulla loro popolarità, la posizione dei Governatori delle regioni italiane in materia di gioco? Molto, secondo quanto emerso da un recente sondaggio, insieme alle elaborazioni di Agimeg sulle posizione politiche in tema di gioco pubblico, che dà il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in cima alle preferenze di questa speciale classifica. Parlare positivamente del settore ed agire di conseguenza, dando via libera alle riaperture dopo mesi di chiusura forzata a causa dell’epidemia coronavirus, sembra pagare in termini di gradimento politico. Non è un caso che Zaia sia stato tra i più accesi sostenitori della ripartenza del settore. In Veneto il gioco ha riaperto i battenti a metà giugno, ma già a inizio dello scorso mese il Governatore leghista aveva spinto per riaprire tutti i settori economici, “soprattutto quei comparti che sono da tempo chiusi come quello del gioco legale, e quindi riaprire centri scommesse, sale bingo e casinò. Capisco che sono segmenti dell’economia che non piacciono a tutti, ma ci sono in ballo molti posti di lavoro e io sono uno di quelli che vuole la ripartenza per tutti i settori economici”, aveva dichiarato.
Nella parte bassa della classifica invece figurano tre presidenti di centrosinistra: il governatore delle Marche Luca Ceriscioli (nella regione il gioco è partito con un giorno di ritardo rispetto alla maggior parte delle regioni d’Italia, il 16 giugno) e soprattutto il presidente della Puglia Michele Emiliano. Nella regione la ripartenza è scattata il 15 giugno, ma sono note le posizioni del Presidente della Puglia contro il gioco. In un’intervista concessa ad Agimeg lo scorso mese di maggio aveva affermato che “ci stiamo battendo per limitare in ogni modo possibile il gioco d’azzardo” e che “le distanze degli esercizi di gioco dai luoghi sensibili previsti dalle leggi regionali vanno mantenute, così come va consentito ai sindaci di adottare provvedimenti in questo senso”. Dichiarazioni che di certo non hanno pagato politicamente, ma è andata ancora peggio al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, fanalino di coda nel gradimento politico tra tutti i governatori italiani. Il Lazio, ricordiamo, è stata l’ultima regione italiana a far ripartire il gioco, per di più in due date distinte. Il 20 giugno scorso sono ripartite le sale scommesse, mentre le sale bingo e le sale slot hanno dovuto addirittura attendere il 1° luglio. Restando nel Lazio, maglia nera anche per quanto riguarda Virginia Raggi, sindaca di Roma, ultima nella classifica di gradimento tra i primi cittadini dello Stivale. Anche in questo caso nella valutazione dell’operato della sindaca del M5S pesa sicuramente la lotta senza quartiere contro il gioco.
Nel sondaggio condotto per ‘Il Sole 24 Ore’ da Noto Sondaggi, ai primi posti di gradimento, alle spalle di Zaia, c’è un altro governatore della Lega, Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, che ha fatto ripartire il gioco a metà giugno, insieme a tutte le altre attività rimaste chiuse, senza discriminazioni, così come fatto dalla Governatrice dell’Umbria, Donatella Tesei. Alto indice di gradimento anche per la Governatrice della Calabria, Jole Santelli, che lo scorso mese di aprile ha addirittura sfidato il Governo centrale, prevedendo la riapertura per bar, ristoranti, pizzerie. L’ordinanza scatenò un polverone a tutti i livelli politici, dai sindaci contrari a passare dal modello ‘tutto chiuso’ a una quasi totale apertura, al Consiglio dei Ministri che ha stigmatizzato quanto fatto dal presidente della Calabria. A livello politico, tuttavia, si è trattato di una mossa risultata vincente, in quanto è stata apprezzata dai cittadini l’intraprendenza e la voglia di rimettere in moto l’economia dimostrata dalla Santelli. Dell’area di centrodestra anche i governatori di Piemonte e Liguria, che si trovano ai piani alti della classifica di gradimento. Alberto Cirio, presidente del Piemonte, ha preso le distanze dalla legge sul gioco della regione, affermando recentemente che l’attuale legge che penalizza il settore “non colpisce solo una categoria di esercenti, ma va a colpire i cittadini, privandoli di una libertà. Lo Stato deve occuparsi di chi eventualmente incontra dei problemi come la dipendenza da gioco, ma non deve assolutamente limitare le libertà dei tanti che questi problemi non li hanno affatto. Considero questa legge ipocrita, perché non risolve il problema”. Inoltre, ultima mossa del centrodestra in ordine di tempo, nelle scorse settimane in Consiglio Regionale è stato inserito un emendamento che avrebbe eliminato la retroattività del distanziometro, emendamento poi ritirato in vista di una più organica discussione di un disegno di legge in materia, ma si è trattato di una mossa che è stata evidentemente apprezzata dagli elettori. In Liguria giudizio positivo anche per il Governatore Toti, che ha dato via libera non solo al gioco, ma anche alla riapertura del Casinò di Sanremo. “E’ giusto si torni ad aprire e a vivere. Dobbiamo battere la crisi economica con regole serie. Dal 15 si ripartirà in Liguria”, il commento di Toti.
Alto gradimento anche per il presidente della Toscana Enrico Rossi, a guida della regione che per prima ha riaperto le attività di gioco dopo il lockdown, lo scorso 13 giugno, così come per Vincenzo De Luca, governatore della Campania, che a più riprese ha chiesto di “elaborare un protocollo per riapertura in sicurezza delle sale gioco a partire dal 15 giugno” per rimettere in moto il settore.
Premiato anche il Governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, nonché Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. “Occorre un impegno corale per far ripartire l’economia nei territori – aveva dichiarato – intanto nei prossimi giorni settori come quelli delle fiere e dei congressi e delle sale giochi – sulla base di ordinanze e protocolli regionali fondati sulle linee guida della Conferenza delle Regioni allegate al Dpcm – potranno riaprire e riprendere le attività”. Tra le grandi regioni, non altissimo il gradimento del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che tuttavia ha dovuto affrontare la situazione più grave tra tutte le regioni italiane dal punto di vista epidemiologico, ma che nonostante questo ha consentito a sale giochi e scommesse di riaprire il 15 giugno, ben due settimane prima di quanto fatto dal Lazio, regione non colpita in modo così pesante dal Covid.
Sul fronte dei sindaci, massimo gradimento per il primo cittadino di Bari, Antonio Decaro, nonché presidente dell’Anci, apprezzato per il lavoro svolto nel coordinamento tra città e regioni durante l’epidemia, che ha sempre esortato a “gestire in modo univoco una situazione di emergenza, evitando 8.000 posizioni diverse che pregiudicherebbero l’unità d’azione necessaria per vincere la battaglia contro il virus. Nella fase 2, di ripartenza, si devono fornire linee guida univoche nazionali. Noi sindaci rispettiamo l’autonomia regionale sui tempi delle riaperture perché le Regioni conoscono la situazione sanitaria legata al numero dei contagi, dei tamponi e dei posti letto di terapia intensiva. In fondo alla classifica invece, oltre al sindaco di Roma Virginia Raggi, anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che in più di un’occasione non si è espresso favorevolmente nei confronti del gioco. Ultime in ordine di tempo, le dichiarazioni a fine giugno sulla decisione del Tar di sospendere le fasce orarie per le slot a Palermo. “Prendiamo atto del provvedimento del Tar che ha sospeso l’ordinanza sulle fasce orarie degli apparecchi da gioco. Sarà cura degli uffici fare le necessarie integrazioni e verifiche, anche col supporto di dati sanitari e socio-economici, perché la priorità della nostra amministrazione è tutelare la salute ed il benessere dei cittadini”. Molto basso anche il gradimento nei confronti di un altro sindaco del M5S, Chiara Appendino, prima cittadina di Torino, da sempre in prima fila contro il gioco e che recentemente ha chiesto di “non modificare il distanziometro per le slot, sarebbe gravissimo fare passi indietro”. Ma come emerso dal sondaggio del Sole 24 Ore, i cittadini non la pensano così: quasi mai la lotta al gioco, in politica, paga. cr/AGIMEG