Giochi, Baretta (MEF): “Inversione di tendenza del Governo nell’offerta di gioco, ma no al proibizionismo altrimenti si ridà campo alla criminalità”

“Non vogliamo proibire il gioco, altrimenti ridiamo campo alla criminalità. Lo Stato si è reso conto che c’è un’emergenza sociale e allora quest’anno abbiamo messo una piccola cifra, 50 milioni, per la ludopatia, ma abbiamo aperto con il ministero della Salute un’Osservatorio, insieme alle Regioni. Quindi c’è una progressiva inversione di tendenza di cui fa parte la riduzione dell’offerta”. Lo ha detto il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, in un’intervista a Speciale Tg1 dedicato al gioco. “Dal punto vista del numero delle macchine, il Governo sta discutendo e concludendo con Enti locali in sede di Conferenza Unificata di ridurre del 30% entro l’anno il numero degli apparecchi, che passeranno da 400 mila a 265 mila, il che mi sembra un primo risultato nell’ottica di una riduzione generale, così come il dimezzamento dei punti gioco sul territorio, che ora sono 96 mila. Per quanto riguarda le vlt, la proposta è ridurre da 500 euro a soli 100 euro l’importo della giocata, un forte deterrente con riferimento al riciclaggio di denaro. Nella riforma che stiamo mettendo a punto prevediamo dei controlli all’ingresso delle sale e una responsabilizzazione maggiore del gestore. Gli enti locali – ha proseguito Baretta – hanno chiesto una sospensione dell’attività delle slot durante la giornata, l’abbiamo accolta perché ci sembra una soluzione ragionevole. Stiamo discutendo la delicata questione delle distanze dai luoghi sensibili: siamo abbastanza convinti che si possa trovare una soluzione condivisa”. Infine, sul tema della pubblicità, Baretta ricorda che “è già stata fatta una riduzione dalle 7 del mattino alle 22 di sera per i canali generalisti, ma non basta. Bisogna aprire un confronto con l’UE, non esiste infatti una norma sulla pubblicità del gioco azzardo e ciò crea condizioni di disparita tra i diversi Paesi. Possiamo allargare il campo di divieto non solo alle tv generaliste, ma anche ai canali sportivi, che sono un punto delicato”, ha concluso il sottosegretario. lp/AGIMEG