Giochi, Baretta (Mef): “Decreto attuativo dell’Intesa Stato-Regioni vedrà luce a giorni. Ora, l’orizzonte prioritario su cui lavorare è l’online”

“Il decreto attuativo dell’Intesa dello scorso settembre vedrà la luce a giorni e riprenderà i tratti essenziali stabiliti in Conferenza Unificata ma per accelerare i tempi rimandiamo gli approfondimenti su temi prettamente sanitari e che non sono di esclusiva competenza del Mef. Il decreto applicativo regalerà la riduzione dell’offerta di gioco esplosa in modo incontrollato negli ultimi anni impedendo allo stesso tempo una deriva di logica proibizionistica. Per gli apparecchi molto è stato fatto, ora la nuova frontiera riguarda l’online sul quale dal punto di vista regolamentare siano ancora scoperti”. E’ quanto ha detto il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, in occasione del convegno “Gioco legale in Italia: dialogo tra imprese, parti sociali e regolatore”. Sul rapporto con gli Enti Locali Baretta sottolinea che “operata una riduzione quella riduzione va garantita. Va evitato errore insito nella teoria delle distanze: il gioco va ridotto e non trasportato altrove. Ci auguriamo una situazione in cui non esistano quartieri a luci rosse del gioco. Il conflitto sta nel fatto che Regioni e Comuni possono scegliere dove allocare il gioco ma allora devono garantire che il gioco non sia concentrato solo in alcune aree. Dal 1 gennaio 2018 la legge bilancio sarà effettiva ma se Enti Locali mettono ostacoli, ciò mette allora a rischio bando di gara per scommesse e bingo in quanto non ci sarebbe certezza per le sale di poter lavorare. Bisogna discuterne ma attenzione a concetto di danno erariale. Se provvedimenti Enti Locali sono troppo restrittivi la Corte dei Conti potrebbe intervenire e Regioni e Comuni ne dovranno rispondere”. Sul futuro del settore il sottosegretario ritiene che “l’orizzonte prioritario su cui lavorare è l’online. In generale io sono favorevole a un sistema di calcolo delle entrate sul margine che garantisce a mio giudizio il settore. Inoltre punterei sulla riforma dei casinò: non uno per Regione ma essendo un ambiente molto controllato serve un piano industriale con una società unica che li gestisca e che accolga qualche altra casa da gioco che si voglia aprire, attraverso partnership pubblico e privato. Il settore dei giochi è in grande trasformazione”. cr/AGIMEG