Poker “Texas Hold’em non è azzardo” assolto il titolare del Joker Club di Savona

“Il poker texano non è un gioco d’azzardo, ma di abilità. A stabilirlo, con la sentenza numero 32835 del 29 luglio 2013, è stata la Corte di Cassazione che ha fissato anche i confini entro i quali è possibile organizzare tornei di poker senza superare i confini della legalità”. Proprio grazie a questo pronuncia, ieri mattina, un cinquantunenne di Villanova D’Albenga, Marcello Consavella, è stato assolto in tribunale dall’accusa di agevolazione del gioco d’azzardo. L’uomo era finito nei guai come legale rappresentante di un circolo privato di Albenga, il “Joker Club”, nel quale si riunivano giocatori di poker. I guai per Consavella erano iniziati nel luglio del 2010: dopo un blitz, la Guardia di Finanza aveva infatti contestato l’irregolarità dei tornei di “Texas hold’em” organizzati dal circolo, ma anche che nel locale avvenisse un’attività di raccolta di scommesse sportive senza la necessaria licenza. Ieri per tutti i fatti contestati è stata pronunciata una sentenza di assoluzione (“perché il fatto non costituisce reato” per l’esercizio abusivo dell’attività di raccolta scommesse e “perché il fatto non sussiste” per l’agevolazione del gioco d’azzardo). I difensori dell’imputato, gli avvocati Mariateresa Parrelli e Carla Adorno, hanno infatti dimostrato la regolarità delle attività svolte all’interno del circolo (che nel frattempo però, proprio a causa dei problemi legati all’indagine penale, ha chiuso). Per quanto riguarda il filone delle scommesse, i legali hanno chiarito che i soci del “Joker Club” avevano la possibilità di scommettere dal locale, ma in maniera autonoma e utilizzando ciascuno il proprio account sui portali dedicati alle scommesse. Da parte del titolare del circolo non c’era quindi nessun tipo di attività di mediazione, organizzazione o raccolta delle puntate sugli eventi sportivi. A proposito del gioco d’azzardo gli avvocati Parrelli e Adorno hanno dimostrato che i tornei di poker texano organizzati nel circolo ingauno erano legali. “La Cassazione precisa che i tornei di poker texano non sono un gioco d’azzardo dal momento che si tratta di un gioco in cui l’abilità prevale sull’alea. Nella sentenza inoltre sono indicate alcune caratteristiche che devono avere i tornei come per esempio una quota d’iscrizione esigua così come i montepremi. Caratteristiche che nel circolo del nostro assistito erano rispettate” precisa l’avvocato Parrelli. cz/AGIMEG