“La liquidità condivisa dovrebbe partire entro la fine dell’anno, senza alcun vincolo di natura temporale (id est a tempo indeterminato). Il progetto, primo nel suo genere e per questo sicuramente apprezzabile, è aperto anche ad altri Paesi, che siano disponibili a regolarizzare la propria attività. La Gran Bretagna, prima del Brexit, aveva avviato le trattative”. E’ quanto commenta l’avvocato Stefano Sbordoni, esperto di giochi in merito all’accordo tra Francia, Portogallo, Italia e Spagna sulla liquidità internazionale per il poker online.
“Un punto imprescindibile – prosegue – è che l’attrattività del poker online è in gran parte basata sul volume di denaro contante. I regolatori dei quattro Paesi sono ben consapevoli che il limite del mercato nazionale è riscontrabile nel volume di denaro, poco attraente per i giocatori, tanto è vero che alcuni di questi, almeno quelli più audaci, si rivolgono all’offerta illegale con tutte le conseguenze del caso; rischiano infatti di non poter accedere ai propri conti di gioco e non possono invocare l’intervento della Authority.
L’accordo si prefigge diversi scopi:
quello di rafforzare la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le autorità al fine di consentire la condivisione tra gli operatori di poker online, combattendo il mercato illegale- da cui prendono le distanze- e le frodi;
quello di garantire la protezione dei giocatori;
quello di rilanciare il cash game.
La priorità è che la condivisione sia realizzata in un ambito che consente alle autorità di proteggere i giocatori e che sia di contrasto con le attività fraudolente, criminali, di riciclaggio di denaro e finanziamento al terrorismo e alle attività illecite. La Francia ha le idee già chiare sul punto. Ed invero, la scorsa settimana l’Autorité de régulation des jeux en ligne ha pubblicato le istruzioni per inoltrare la richiesta di licenza per il gioco del poker cash con liquidità condivisa. A seguito del ricevimento della domanda, che dovrà essere inviata on line, l’Ente regolatore francese condurrà un’ indagine sull’operatore istante. Nel corso delle indagini, il richiedente è tenuto a fornire, qualora ne venga fatta specifica istanza, informazioni e documentazione. L’autorizzazione, terminata con esito positivo l’istruttoria, sarà pubblicata sul sito web dell’ARJEL. Il rilascio dell’autorizzazione è comunque subordinato all’esistenza di un accordo tra l’Autorità per i giochi online e l’autorità di regolamentazione competente per il gioco nello Stato in cui viene scelto il partner dal richiedente.
Sicuramente questo accordo siglato lo scorso 6 luglio costituisce un importante passaggio per combattere il gioco illegale. Sarà poi necessario verificare se i nostri operatori siano pronti ad affrontare la competizione a livello europeo. Sebbene il nostro Stato sia stato il primo a lanciare il gioco on line, vi sono realtà internazionali assai competitive per i nostri operatori, che sono abituati ad un mercato – seppur di rilievo – con caratteristiche diverse.
Non si può dimenticare che nel nostro Paese oltre ai grandi operatori esistono delle realtà imprenditoriali che contribuiscono alla crescita del mercato (sano) del gioco on line. Sarà necessario infatti che nell’ambito degli accordi si tenga conto di queste realtà che oggi fungono da collegamento, da collante, e che in caso contrario rischiano di essere fagocitate dai grandi operatori, che pensano soltanto ai numeri. A tal proposito sarebbe interessante valutare la possibilità che venga concessa alle piccole-medie imprese di poter creare consorzi e raggrupparsi al fine di sopravvivere ai BIG internazionali.
Tornando alla nostra realtà, sarebbe opportuno che il progetto di liquidità condivisa sia accompagnato dalla gara del gioco on line. Questa gara non sembra avere alcun impedimento per essere pubblicata; infatti non è sottoposta al ricatto della diatriba tra Stato Regioni, che come la tela di Penelope si fa e si disfa ogni giorno. Nella gara dell’on line sarà necessario tener conto della liquidità condivisa per essere pronti alla competizione europea alzando gli standard qualitativi d’entrata delle Società concorrenti.
Altro tema, la commistione con il canale terrestre. I due canali sono infatti destinati a convergere. Il canale terrestre sta assumendo sempre più le caratteristiche di quello on line. La battaglia intrapresa con il decreto Balduzzi, che vieta le apparecchiature negli esercizi terrestri, è oramai vetusta e superata dalla nuove tecnologie (smartphone, realtà aumentata), e rischia soltanto di favorire il gioco illegale”. lp/AGIMEG