Liquidità internazionale nel poker online. Sta tornando di grande attualità un argomento affrontato dagli operatori del settore già qualche anno fa, con le ultime discussioni politiche e istituzionali che risalgono a inizio 2019, ma che poi si è arenato tra iter burocratici e impossibilità di rendere concreta un’idea che invece potrebbe portare vantaggi all’intero comparto.
Ma cos’è la liquidità internazionale? Al momento in Italia, i giocatori possono partecipare a tornei di poker online solo insieme ad altri residenti in Italia. Una questione territoriale, quindi, nonostante si tratti di competizioni disputate su piattaforme virtuali. Con il concetto della liquidità internazionale, si vuole superare proprio questo scoglio della residenza in Italia, consentendo agli utenti di poter giocare anche con residenti di altri paesi.
Un superamento dei confini, un concetto di internazionalizzazione che dovrebbe essere scontato in un momento storico come il nostro, con l’abbattimento delle barriere e un mercato sempre più globale. Invece, l’Italia ancora non ha deciso di travalicare i confini nazionali (almeno quelli del poker online) e fatica ad abbracciare nuove frontiere.
Eppure, tanti altri paesi con regolazioni severissime come Olanda, Svezia, Svizzera, Belgio, Regno Unito, Francia e Danimarca consentono la liquidità internazionale e non hanno mai denunciato problemi. L’Italia è rimasta l’unico grande paese in cui il poker è segregato a tutto svantaggio di giocatori ed Erario.
Già, perché la liquidità internazionale consentirebbe di aumentare il giro d’affari intorno al poker online, con più tornei, più giocatori, e quindi più entrate per lo Stato. Un vantaggio per tutti e maggiore sicurezza: aumentando il numero di giocatori sarebbe infatti meno probabile organizzare frodi, più difficile il riciclaggio e più semplice per l’operatore ravvisare eventuali anomalie statistiche.
Un’apertura del mercato italiano a giocatori stranieri renderebbe poi di conseguenza più appetibili le licenze italiane per le aziende e gli operatori. Solo vantaggi quindi, sia economici sia in termini di sicurezza. In un momento di grande fermento per il settore del gioco, con il riordino del comparto dell’online alle porte, la questione assume ancora più importanza.
Dare impulso e rilancio al poker online, gioco con un basso livello di spesa per singolo utente, nessuna ripetitività e un fondamentale elemento di abilità, sarebbe un modo per apportare benefici in ottica di promozione anche del gioco responsabile. E la liquidità internazionale è senza dubbio uno strumento determinante per questo percorso di rilancio.
E a proposito di liquidità internazionale, oggi c’è stata l’audizione al Senato, a cui hanno partecipato Marco Trucco e Giuseppe Volpe di Cuiprodest per GGPoker, nella quale è stato sottolineato che varrebbe “la pena considerare di offrire finalmente, agli operatori internazionali che ancora si occupano di poker, un prodotto competitivo o almeno di non farlo morire del tutto. Consentendo quindi di collegarsi alle piattaforme internazionali e di giocare con gli altri Paesi della rete, mantenendo tutte le cautele e le restrizioni già previsti. Dal punto di vista economico questo farebbe riportare il poker ad essere un prodotto di competitivo”.
Al termine, il presidente della Commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, ha espresso parere positivo, commentando: “L’argomento è incontrovertibile, ci ha convinto”. lb/AGIMEG