“Non finisce qua. La Corte di Giustiza europea ha ripetuto più volte che era tutto molto chiaro. Sin dall’inizio l’operazione All in è andata avanti senza alcuna menzione delle norme europee. L’ignoranza iniziale ci può stare, ma quando è stata segnalato il tutto alle commissioni tributarie non è cambiato nulla: questo è grave. L’Agenzia delle Entrate si è permessa anche di non rispondere, senza tenere in considerazione la questione pregiudiziale”.
Parole dure dell’avvocato Massimiliano Rosa, il legale, che ha seguito il giocatore di poker romano insieme al fiscalista Sebastiano Cristaldi, dopo aver visionato il contenuto della sentenza della Cge sul caso Blanco: il giocatore ha vinto suo ricorso contro l’Agenzia delle Entrate italiane che gli aveva accertato una cartella esattoriale da 580mila euro per le vincite ottenute nei casinò esteri. I giudici comunitari hanno definito illegittima la normativa italiana che tassa le vincite realizzate in Stati esteri ritenendola contraria ai principi del Trattato europeo. Il legale pensa già alle prossime mosse.
“Chiederemo i danni – ha detto ad Agimeg -. Nella sentenza viene messa in luce più volte la negligenza di chi ha gestito l’operazione All In. C’è chi come Blanco per tre anni e mezzo ha vissuto un incubo”.
Ora il saldo rischia di essere caro. Chi ha pagato spontaneamente (oltre il 40% delle vincite) può essere rimborsato di quanto è stato versato allo Stato entro 4 anni (dalla dichiarazione). Discorso diverso per chi ha pagato in seguito a una verifica fiscale. In questo caso, spiegano i legali, la situazione è molto più complessa. Da valutare la situazione, con possibili spiragli positivi, di chi ha avuto un provvedimento definitivo: attraverso l’istanza di autotutela tale provvedimento potrebbe essere sovvertito. cz/AGIMEG