Pirozzi (Cons. Regione Lazio): “Leggi sul gioco spesso sono battaglie ideologiche, serve trovare soluzione per lavoratori del comparto che hanno investito”

“In ballo ci sono posti di lavoro, si rischia di far fare a questo settore la fine dei negozi di vicinato, che negli ultimi anni sono stati immolati sul fronte della grande distribuzione, che in questo caso è rappresentata dal gioco online. C’è una battaglia tra la difesa del negozio e i grandi colossi online, ma con negozio di vicinato la situazione è più semplice da tenere sotto controllo. Abbiamo l’obbligo di tenere conto del covid, il minimo indispensabile che potremmo fare è dare una proroga di almeno 18 mesi, una cosa doverosa”. E’ quanto ha detto Sergio Pirozzi, consigliere della Regione Lazio ed ex sindaco di Amatrice, nel corso del webinar organizzato da Acadi “Analisi dell’impatto sociale del settore del Gioco Pubblico nella Regione Lazio e delle conseguenze dell’entrata in vigore della L.R 5/201”.
“Serve inoltre fare una distinzione tra esercizi generalisti e sale dedicate. Il generalista ha qualche apparecchio, ma chi ha fatto investimenti in un posto dove poteva stare, se rimane questa norma che farà? Dovremo affrontare anche questo problema, ci sono tante persone che lavorano in questo settore. Indubbiamente esiste anche una patologia legata al gioco, anche se non ai livelli di altre dipendenze, ma spesso le leggi vengono fatte come battaglie di bandiera, senza entrare nei dettagli e senza studiare. Andava di moda dire che chi giocava era un delinquente e non si è tenuto conto di variabili che ora sono state messe a disposizione della politica. Quello di oggi è un incontro importantissimo, penso che si possa trovare una quadra. Io sono a disposizione di chi lavora e di chi oggi è in crisi. Dobbiamo dare importanza alla Conferenza stato regioni attraverso la rivisitazione dei principi introdotti dal Governo Renzi. Colgo l’occasione per ringraziare Acadi per realizzato un parco giochi straordinario nella mia terra, Amatrice. Avete recuperato un parco distrutto dal terremoto e oggi è una delle poche cose pubbliche che abbiamo”. cr/AGIMEG