“In Consilio regionale sta avvenendo una grande mistificazione e strumentalizzazione, si stanno dicendo tantissime falsità. Cinquemila lavoratori seri ed onesti rischiano il posto di lavoro per una legge che infanga un settore legale. Il gioco è sempre esistito nella natura umana: o viene incanalato nella legalità, dunque gestito dallo Stato, tutelando le persone che hanno investito soldi e che non possono diventare imprenditori di Serie B, oppure finisce tutto in mano della criminalità. Ci sono totem abusivi, collegati a piattaforme estere illegali in paradisi fiscali. Le mafie gestiscono il totonero, le bische clandestine, l’usura, e tutto questo noi lo vogliamo combattere, il gioco deve essere solamente legale”. Lo ha affermato Alberto Preioni, consigliere regionale Piemonte della Lega.
“Respingiamo al mittente le mistificazioni fatte su pelle di imprenditori onesti. Quando c’è un vuoto, il vuoto viene riempito dal gioco illegale. E’ giusto tutelare i patologici, chiederemo alla giunta di aumentare i fondi regionali destinati al Serd, ma ci sono tantissime persone che giocano divertendosi spendendo pochi euro, non deve essere limitata la libertà personale. La Legge del 2016 – ha aggiunto – non sta curando i patologici. Il procuratore nazionale antimafia, Cafiero De Raho, dice che se non c’è gioco legale c’è il gioco illegale gestito dalla mafia, mentre noi vogliamo un gioco legale gestito da Stato ed imprenditori seri, in cui il giocatore è tutelato e il patologico viene limitato. L’attuale legge sta facendo chiudere molte aziende che garantiscono legalità. La nostra legge non è il far west, ma è tutelare il gioco legale e curare i giocatori patologici, mentre queste leggi liberticide (come la 9/2016) ammazzano gli imprenditori sani. Anche Cgil, Cisl e Uil hanno detto che la legge va modificata perché si perdono migliaia di posti di lavoro
e in un momento storico come questo 5 mila famiglie non avranno più di che lavorare e di che mangiare. Nessuno si permetta di dire che la Lega è contro la legalità, siamo da sempre a fianco di lavoratori imprenditori e partite Iva, sappiamo che il Piemonte è tenuto in piedi proprio da questi imprenditori. Chi ha investito denari, chi ha assunto dipendenti non può chiudere soltanto perchè arriva qualcuno a dire che la sua attività è a meno di 500 metri da un cimitero. Si dimentica che c’è stato un contingentamento del parco macchine ridotto del 30% quindi non si tornerebbe mai alla situazione ante 2016. Tutti i lavoratori hanno una dignità. Tra l’altro – conclude Preioni – questo proibizionismo becero e bigotto viene fatto proprio da coloro che vogliono liberalizzare la droga”. cr/AGIMEG