Piemonte, incontro tra i rappresentanti del centrodestra. Il nodo della retroattività

“Oltre al danno la beffa”. Questo è il pensiero ricorrente nei lavoratori piemontesi del gioco pubblico che domani si ritroveranno a piazza a Torino. Il mondo delle sale scommesse, bingo e slot di tutta la regione scenderà in piazza perché colpito due volte. Il “danno” è quello prodotto dai 280 giorni di chiusura in un anno. Dopo il primo lockdown dello scorso anno, le attività di gioco sono state riaperte nelle seconda metà di giugno per poi richiudere, con il secondo stop che dura tutt’oggi, a fine ottobre. Un poco invidiabile record, visto che in nessun altro Stato europeo, dove è attivo il gioco legalizzato, sale di questo tipo sono state chiuse per così tanto tempo. La “beffa” arriva invece dalla legge regionale sul gioco. Il Piemonte è infatti tra le regioni italiane con le norme più restrittive in materia di gioco a causa soprattutto della sua retroattività. La legge del 2016 ha introdotto il cosiddetto “distanziometro”. In pratica le attività che offrono gioco e che si trovano a meno di 500 metri (per i comuni con più di 5.000 abitanti, distanza che si riduce a 300 metri per i comuni con una popolazione inferiore) da scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali , strutture sanitarie e per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile, istituti di credito, bancomat, compro oro e stazioni ferroviarie, devono spostarsi. Il problema è che su tutto questo il 20 maggio arriverà il colpo di mannaia della retroattività. In pratica il “distanziometro” si dovrà applicare non solo alle nuove attività ma anche a quelle già esistenti. Secondo alcune perizie, con la retroattività (da notare che nel frattempo lo Stato era già intervenuto riducendo di un terzo gli apparecchi da gioco presenti sul territorio nazionale) della legge del 2016 il 99% delle attività di gioco, come nel caso di Torino, verranno espulse dalla città. Ed è proprio su questo punto che sarà incentrata la manifestazione di domani. Senza un intervento che blocchi l’entrata di vigore della retroattività si attiverebbe un doppio allarme sociale. Il Piemonte è infatti – come riporta una inchiesta dell’agenzia Agimeg sulle operazioni condotte da Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia – tra le regioni italiane con il più alto tasso di pratica di gioco illegale gestito dalla criminalità organizzata. Quest’ultima, con la retroattività delle legge, conquisterebbe fette di mercato ancora più ampie. Ma c’è grande tensione anche per quanto riguarda il mondo del lavoro. Secondo uno studio della CGIA di Mestre, in Piemonte sono occupati nel gioco circa 5.000 lavoratori. Senza calcolare l’indotto, ad oggi sono già stati persi 1.700 posto di lavoro, che potrebbero raddoppiare nel 2021 con la legge applicata alle aziende già operanti. In questi giorni in Piemonte si è scatenata una battaglia politica senza precedenti. Da una parte, almeno all’inizio, il centrodestra che proponeva un cambiamento della legge regionale, sul gioco pubblico, che stava penalizzando in maniera gravissima lavoratori ed aziende. Dall’altra il centrosinistra che invece difendeva a spada tratta la legge in questione. Uno scontro politico che ha avuto evoluzione con la Lega che ha presentato modifiche all’attuale Legge, presentando il documento direttamente in Aula. Questo passaggio ha scatenato le ire del centrosinistra, che ha depositato circa 80.000 emendamenti per bloccare l’iter. In questa occasione si è spaccato il centrodestra, cosa che ha fatto infuriare la Lega che ha dichiarato che il tema era nei piani e programmi presentati in campagna elettorale da tutto il centrodestra e che questi programmi andavano rispettati.

Adesso però potrebbe essere l’ora del chiarimento nel centrodestra. Secondo quanto appreso da Agimeg, se la Lega decidesse di limitare la modifica alla Legge solo per la parte della retroattività, rimandando ad un secondo momento l’esame di un riordino complessivo della stessa, il centrodestra potrebbe ricompattarsi. Rimane il nodo di come venga interpretata la retroattività. Per la Lega, e per i lavoratori, deve riguardare tutte le attività in essere fino al 2016, data di entrata in vigore della legge regionale. La retroattività infatti andrebbe tolta per tutti, non solo per le scadenze di maggio. Ci sono imprenditori indebitati e che hanno resistito in attesa della modifica della legge. L’abrogazione del distanziometro dovrebbe quindi essere votata per tutelare tutte le attività aperte prima del 2016. Insomma, il centrodestra avrà questa sera un incontro tra i rappresentanti proprio per chiarire la questione. es/AGIMEG