Giochi, intesa Stato-Regioni, per Snai e Sisal stesse preoccupazioni: “Buona base di partenza ma importante chiarire gli interventi degli Enti locali in tema di equa distribuzione del gioco”

L’accordo Stato-Regioni di riordino del settore dei giochi, siglato due settimane fa, non convince due grandi aziende come Sisal Group e Snaitech, che a distanza di pochi giorni hanno manifestato le stesse preoccupazioni, soprattutto in tema di investimenti. Diversi i punti da chiarire su dislocazione sale e punti vendita, situazione collegata al rapporto con gli Enti Locali. Intervistato da Agimeg a margine della presentazione del Rapporto di Sostenibilità 2016, l’Ad di Sisal Group, Emilio Petrone, ha detto che “l’accordo siglato nei giorni scorsi fra Stato e Regioni in tema di riordino del settore dei giochi è un fatto positivo. E’ tuttavia necessario chiarire ancora alcuni punti. In particolare siamo preoccupati per i regolamenti comunali che penalizzano fortemente chi ha investito nel settore. Speriamo che con il decreto attuativo queste nostre preoccupazioni vengano smentite. Insomma l’importante è che vi siano regole chiare per tutti”. Settimana scorsa, l’Ad di Snaitech, Fabio Schiavolin, a margine della presentazione del Rapporto di Cittadinanza del gruppo milanese, aveva rilasciato alcune dichiarazioni ad Agimeg, sottolineando come l’accordo raggiunto in Conferenza Unificata: “qualche dubbio lo ha fatto venire, di certo non incoraggia gli investimenti. È fondamentale capire come l’accordo verrà definito e scritto. Ritengo che i principi di equa distribuzione e del rispetto degli investimenti non siano in grado – anche insieme alla fissazione numero di punti vendita – di determinare una situazione che consenta agli operatori di aprire questi punti. Anche perché sono dei principi, non degli obblighi. Le comunità hanno finora regolamentato il territorio introducendo distanze sempre più forti e liste dei luoghi sensibili sempre più ampie, hanno cercato insomma di espellere il gioco. Il dubbio è che gli operatori vengano ghettizzati. Inoltre, qualunque sia il principio che viene introdotto, deve essere applicato in maniera più uniforme possibile sul territorio. Non è pensabile che i concessionari si vengano a confrontare con dei regolamenti territoriali di volta in volta differenti”. lp/AGIMEG