“Il tema del riordino del gioco pubblico necessita di organiche soluzioni che passino anche attraverso un concreto e proficuo dialogo tra soggetti pubblici e associazioni delle imprese di categoria”. E’ quanto scrive sul quotidiano ‘La Discussione’ Riccardo Pedrizzi, Presidente UCID Lazio e già Senatore e Presidente della VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato.
“Tra le proposte che si potrebbero avanzare – scrive Pedrizzi – ci sono: il ripristino di un diretto collegamento tra la vendita dei biglietti di concorsi pronostici, scommesse e lotterie e la destinazione sociale e culturale dei proventi erariali; l’incremento dell’azione di contrasto del gioco clandestino; la gestione unitaria dell’offerta dei giochi coprendo anche quella parte del gioco che attualmente è gestito dal mercato illegale, evitando sovrapposizioni e omogeneizzando le regole, la disparità di trattamento fiscale, di aggi e di condizioni di concessione; all’azione di razionalizzazione organizzativa deve naturalmente accompagnarsi una decisa opera di semplificazione e riorganizzazione normativa e regolamentare attraverso la redazione di un corpo di norme, sia di natura legislativa che regolamentare; l’istituzione del Registro Nazionale degli esclusi dal gioco. Non vi è dubbio che il richiamo ai valori etici e morali in forza dei quali occorre frenare un uso smodato del gioco dovrà costituire l’indirizzo fondamentale e unanime di tutta la filiera dei giochi”.
“Per il 2024 la crescita dell’1% del Pil è collegata al PNRR per il 90%. Nel 2022 il PIL italiano era pari ad Euro 1.909.154 milioni. La spesa degli italiani in prodotti di gioco è stata pari ad Euro 20.364 milioni. Il contributo al PIL, pertanto pari all’1.1%. In altre parole, rinunciare al gioco pubblico lecito: vanificherebbe gli effetti del PNRR su tutta l’economia italiana e significherebbe rinunciare a oltre 12 miliardi di gettito erariale senza considerare la redistribuzione di ricchezza che genera grazie ad esempio al lavoro che garantisce. Tale gettito – conclude Pedrizzi – potrebbe essere ugualmente assicurato prendendo in esame la cosiddetta tassazione sul margine e non sul complessivo volume di giocato. lp/AGIMEG