Pedrizzi (già pres. Commissione Finanze Senato): “In assenza di un’ampia offerta di gioco lecito, il pubblico si orienta automaticamente verso offerta illecita”

“Anche e soprattutto in questo periodo di pandemia Covid 19, con l’alternanza di chiusure ed aperture ad intermittenza, e, spesso, senza preavviso e senza una strategia complessiva, si conferma quanto tutti gli studi, le ricerche e gli esperti “seri” del settore hanno sempre affermato e sostenuto e cioè che in assenza di un’ampia offerta di gioco lecito, il pubblico si orienta automaticamente, per il principio di sostituzione, verso l’offerta illecita, gestita sempre dalla criminalità più o meno organizzata, spesso facente capo a mafia, camorra, ndrangheta e sacra corona unita”. Sono le parole di Riccardo Pedrizzi – giornalista, scrittore e Presidente Commissione Finanze e Tesoro del Senato dal 2001 al 2006 – su Il Secolo d’Italia. “Infatti secondo l’analisi operata dalla Guardia di Finanza e dalla Direzione Investigativa Antimafia sulle segnalazioni di operazioni sospette (SOS) si è evidenziato un significativo incremento, rispetto al 2019, del flusso di segnalazioni pervenute all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) durante il periodo pandemico. Questo dato – alla luce del blocco di tutte le attività commerciali e produttive imposto dal Governo nella scorsa primavera – risulta particolarmente preoccupante”, aggiunge. “I profili di criticità per l’ordine e la sicurezza pubblica sono da ricondurre alla criminalità organizzata, alla quale il mercato offre in questo momento grandi spazi di manovra: i sodalizi dispongono di ingenti somme di denaro e possono investire e trasformare le proprie risorse – che sono provento di reato – in economia legale, riciclare il proprio denaro, rilevando imprese e attività economiche in sofferenza. In particolare l’esperienza maturata dalla Guardia di finanza conferma la persistente diffusione nel comparto dei giochi di frodi estremamente articolate e complesse i principali meccanismi di frode avvengono nel: settore degli apparecchi da gioco e le principali fenomenologie illecite riguardano: la manomissione degli apparecchi da gioco con vincita in danaro, anche mediante l’utilizzo di schede di gioco illegali, ovvero di software diversi da quelli depositati ed autorizzati; la creazione di illecite piattaforme di gestione “da remoto” degli apparecchi, solitamente ubicate in Stati esteri anche per evadere tasse e controlli; la manomissione di vecchi videogiochi, attivati con le più svariate modalità; la diffusione delle apparecchiature denominate “totem”1, utilizzabili sia per attività lecite, quali servizi di ricarica telefonica, l’accesso a siti di commercio elettronico (e-commerce) o a social network (ad esempio, Facebook, Youtube e Twitter), sia per la partecipazione a giochi d’azzardo, attraverso una connessione internet a siti web legali ed illegali”, continua. “Recentemente sono stati sequestrati apparecchi che pur essendo apparentemente destinati all’acquisto di ricariche telefoniche o di crediti per la navigazione in internet ovvero per l’acquisto di beni e servizi sulle piattaforme on line, consentivano l’accesso a siti i cui server erano ubicati in Stati esteri sui quali era possibile accedere ai più diffusi giochi d’azzardo. I reati vengono poi perpetrati nel settore della raccolta delle scommesse. In tale ambito, sono stati accertati numerosi casi di raccolta “fisica” delle scommesse attraverso soggetti economici operanti per conto di bookmaker esteri privi di concessione, nonché di utilizzo di siti web non autorizzati. Di recente, è anche emersa la proliferazione di punti di raccolta scommesse “misti”, ossia che permettono di effettuare scommesse, spesso all’insaputa del giocatore, sia tramite la rete legale sia tramite bookmaker esteri privi di concessione”, ha aggiunto. “Esistono poi sul nostro territorio stabili organizzazioni occulte di bookmaker esteri privi di concessione costituite da plurime unità produttive a direzione unitaria, che si sottraggono al pagamento delle imposte sui redditi e dell’imposta unica sulle scommesse. Negli ultimi anni la Guardia di finanza ha eseguito numerose ispezioni nei confronti di bookmaker esteri che hanno esercitato, in mancanza delle concessioni previste dalla legge e senza essere collegati al totalizzatore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’attività del gioco e di raccolta delle scommesse sull’intero territorio nazionale. Come si vede agevolmente per questo settore estremamente complesso il legislatore ha il delicato compito di trovare ed assicurare un difficile equilibrio per tutelare il giocatore e la sua salute, l’ordine pubblico, il gettito allo Stato, la legalità e la trasparenza del gioco, nonché promuovere e sostenere iniziative di utilità sociale e solidaristica”, conclude. cdn/AGIMEG