“Come categoria siamo sempre stati a favore delle vaccinazioni. Avevamo chiesto già ad inizio anno di poter avere la priorità, una volta esaurite le fasce deboli della popolazione e quelle degli operatori sanitari e delle forze di polizia, in quanto particolarmente a rischio, visti i contatti quotidiani con le molte persone che entrano nelle nostre attività. Allo stesso modo, non siamo contrari al Green Pass: è un modo per incentivare gli indecisi a vaccinarsi. Tuttavia ho qualche perplessità sul fatto che l’introduzione del Green Pass eviterà nuove chiusure. Vedremo in autunno cosa succederà, ma affermare – come fatto dal Ministro della Salute – che con il Green Pass non si chiuderà più mi sembra prematuro”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Giorgio Pastorino, Presidente di STS, in merito all’introduzione del Green Pass per poter accedere a determinate attività, tra cui sale giochi, bingo, sale scommesse e corner.
“Ho delle perplessità sul criterio di scelta delle categorie ‘colpite’ dall’obbligo del Green Pass. Nelle nostre tabaccherie si può entrare liberamente, ma se una persona dopo aver preso un caffé o comprato le sigarette decide di giocare alle Slot o fare una scommessa, il personale è tenuto a controllare che abbia il passaporto vaccinale. La cosa non è di semplice attuazione: adesso in agosto le tabaccherie non sono affollate, ma pensare, a partire da settembre, di seguire i movimenti di ogni singolo cliente e domandargli Green Pass e documenti ogni volta che si avvicina ad una slot o entra in un corner, non è di facile attuazione. Tra l’altro – ricorda Pastorino – nei corner i clienti solitamente non si intrattengono, a differenza di quanto accade in una sala, visto che spesso vanno semplicemente a ritirare una giocata prenotata o effettuano una rapida scommessa al terminale self service. Aver accomunato i corner alle sale mi sembra un po’ troppo, personalmente avrei fatto più attenzione nella selezione delle attività. Quando ripartiranno tutti i campionati gestire la situazione non sarà facile”.
“Un’altra cosa che mi lascia perplesso è che dove lo Stato si è reso conto che i controlli sono difficili da attuare, come nel trasporto locale, il Green Pass non è stato introdotto. Viceversa, vi è l’obbligo per le nostre attività. In questo modo, si scaricano tutte le difficoltà e tutti i costi sulle attività commerciali dei privati. Se davvero si vogliono incentivare le vaccinazioni con l’utilizzo del passaporto vaccinale, allora lo Stato dovrebbe pensare a dare un contributo alle imprese, altrimenti potrà anche essere uno strumento utile, ma crea mille problemi”. lp/AGIMEG