Parlamento Ue: “Normativa italiana non fa distinzioni tra giochi con vincite in denaro e quelli di puro intrattenimento ed eSports. Necessario uniformare disciplina a livello europeo”

“Il settore degli sport virtuali (eSport) ha generato nel 2019 in Europa 300 milioni di euro e ha attratto capitali per 630 milioni di euro.

L’articolo 38, comma 3, della legge italiana n. 388 del 23 dicembre 2000 e norme applicative non fa purtroppo distinzione tra due settori completamente diversi, il gioco con vincita in denaro – ben più sensibile socialmente – e quello di puro intrattenimento per famiglie e gli sport virtuali, prevedendo complesse e costose procedure di omologazione dei giochi a carico di produttori e importatori.

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli italiana, con propria disciplina, ha invece disposto che l’obbligo di omologazione di apparecchi di puro intrattenimento sia a carico dei gestori, per quanto riguarda gli apparecchi in esercizio. Non si favorisce la libera circolazione delle merci e la concorrenza con imprese di altri paesi.

Ciò premesso, si chiede alla Commissione di rispondere alle seguenti domande:

Quali misure prevede di adottare per uniformare la disciplina degli sport virtuali a livello europeo per competere a eguali condizioni?

Quali azioni intende intraprendere per garantire ai gestori italiani di giochi senza vincite in denaro e di sale ed eventi eSport un’equa concorrenza, come previsto dalla direttiva 2006/123/CE?”.

E’ quanto si legge nell’interrogazione con richiesta di risposta scritta presentata in Parlamento Europeo dall’europarlamentare Carlo Fidanza (ECR). cdn/AGIMEG