“Nella piena consapevolezza di vivere un’epidemia sociale ed economica senza precedenti dal dopo guerra ad oggi, dal primo momento come Amministrazione della terza città d’Italia abbiamo provato a fare la nostra parte gettando, come sempre, con coraggio, il cuore oltre l’ostacolo. I problemi da risolvere sono tantissimi, tutte le imprese sono in affanno e gli effetti della crisi sono ormai palesi. Grazie ad un lavoro di squadra eccezionale stiamo riuscendo ad affrontare le difficoltà giorno dopo giorno, dimostrando in ogni modo la nostra vicinanza ai cittadini e alle imprese. In attesa che il Governo metta in campo quanto prima le indispensabili azioni per salvare il Paese, stiamo mettendo in campo tutte le misure possibili per sostenere le famiglie e le attività commerciali ferme. Due atti riassumono gli interventi principali adottati per entrambe: rispettivamente, le delibere “Il Cuore di Napoli” e “Napoli Riparte”, con le quali affrontiamo la drammatica emergenza di oggi e programmiamo l’ardua ripresa di domani”. E’ quanto ha detto ad Agimeg riguardo le riaperture delle attività a Napoli e in Campania il Vicesindaco di Napoli Enrico Panini. “Con la prima (Il Cuore di Napoli), con grande orgoglio, siamo riusciti a dematerializzare completamente la procedura legata al sostegno economico per la spesa di beni alimentari di prima necessità, realizzando una piattaforma esclusivamente con risorse interne e senza alcun costo aggiuntivo per l’Amministrazione. Nel dettaglio, attraverso una procedura totalmente digitale, stiamo erogando un bonus di 300 euro per più di 26mila famiglie napoletane che hanno reddito zero o lo hanno perso a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, grazie ad un Fondo di Solidarietà in cui confluiscono le risorse Nazionali (i fondi erogati dal Governo, circa 7,6 milioni per la città di Napoli) le risorse comunali (di circa un milione di euro) e donazioni di privati. Il Comune di Napoli è l’unico Comune che non darà il buono pasto classicamente inteso, di carta o plastica, risparmiando in ciò tempo e costi ulteriori. La seconda delibera (Napoli Riparte), invece, introduce una serie di azioni che mirano a tamponare l’impatto della crisi sul tessuto produttivo locale e spiega tutte le misure espansive possibili per far riaprire i battenti all’intero sistema produttivo: dai servizi turistici, all’attività alberghiera, alla ristorazione, all’artigianato. Settori molto spesso caratterizzati da un’economia informale che nessun aiuto di Stato potrà intercettare. Tra le misure adottate: l’esenzione per le attività economiche (di ogni genere) per il 2020 di ogni tassa, imposta o tributo; accordi con il sistema creditizio per contribuire alla ripresa dei settori produttivi; riprogrammazione dei fondi strutturali europei, nazionali e regionali per destinarli al rilancio delle attività maggiormente colpite; sburocratizzazione e procedure accelerate per sostenere attività economiche e lavori, pubblici e privati, in essere nel nostro territorio”, ha continuato. “Per quanto riguarda il tema delle riaperture, ogni Regione sta procedendo secondo un proprio ordine programmando alcuni allentamenti delle misure di chiusura già dallo scorso lunedì 11 maggio e in seguito da lunedì 18 maggio. La situazione sembra in evoluzione anche a livello centrale, con una continua interlocuzione tra Governo e Regioni. Nel percorso di avanzamento della fase 2, in Campania la data importante sembra essere quella del 18 maggio. Dopo le prime riaperture del 4 maggio, tra qualche giorno si attende quindi la vera ripartenza per una serie di attività, a cominciare da bar, pasticcerie e ristoranti, che potrebbero tornare a servire i clienti al banco, così come anche per parrucchieri, barbieri ed estetiste”, ha aggiunto.
Alla domanda “Le imprese del gioco, come le altre, sono chiuse ormai da due mesi e rischiano il fallimento. Tuttavia è poca l’attenzione rivolta a questo settore. Ci sono migliaia di lavoratori e famiglie che vivono di questo lavoro e sono partner dello Stato. Il settore infatti dà lavoro a 120.000 persone e vale oltre 10 miliardi di euro di entrate l’anno per l’Erario. Non crede che i lavoratori del gioco pubblico meritino le stesse attenzioni politiche che hanno tutti gli altri segmenti economici? Come e quando pensa possa ripartire questa filiera a Napoli e in Campania? Crede che adottando i dovuti protocolli di sicurezza le attività di gioco potrebbero riaprire già dal 18 maggio o al più al 1 giugno?” Panini ha risposto:
“L’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio tutti i settori. La gestione di slot, sale giochi e scommesse, sono state tra le prime attività ad essere colpite dall’obbligo di chiusura come misura di contenimento alla diffusione del virus. Con molta probabilità, in quanto ‘attività non essenziali’, queste saranno anche fra le ultime imprese a riaprire. Sono, senza dubbio, preoccupato per le ricadute economiche e per le conseguenze negative sul fronte occupazionale di questo particolare comparto, così come per gli altri settori produttivi. La linea comune adottata, sia a livello Regionale che Comunale, è quella della massima vicinanza a tutte le categorie in egual misura con la riapertura appena si intravede la possibilità e con la massima attenzione alle questioni sanitarie ed ai protocolli di sicurezza. Ci atterremo, pertanto, al piano organizzativo unitario del Governo che ci dirà operativamente i tempi di ripartenza di tutti i settori, tra i quali anche quello del gioco. Ci auguriamo che le misure di sostegno adottate per le attività commerciali possano produrre presto i loro effetti e aiutare la ripresa non appena sarà tornato tutto alla normalità. Restando in tema di gioco, quando il Covid-19 sarà un ricordo, l’orientamento del Comune di Napoli non cambierà rispetto ad un’offerta di gioco capillarizzata ed invadente. Saremo sempre inclini a contrastare la diffusione della patologia da gioco d’azzardo seguendo una logica non proibitiva ma orientata alla regolamentazione dell’attività e alla salvaguardia del cittadino facilmente influenzabile e condizionabile dal gioco, soprattutto in questo momento di crisi economica”, ha concluso. cdn/AGIMEG