Il presidente del Sicon Raffaele Palmieri discute con Agimeg dell’esito della gara per le 2000 agenzie di scommesse ippiche, sportive e virtuali e chiede di eliminare il gap che gli operatori autorizzati hanno rispetto ai non autorizzati in termini di attivazione, di prodotto, tasse e prerogative. E poi anticipa l’intenzione di riunire gli operatori medi in Confcommercio per difendere gli investimenti, e valorizzare le imprese.
La gara, a giudicare dalle partecipazione e dalle offerte, è stata un successo. Si aspettava un risultato del genere?
In realtà il risultato va oltre le attese Lo Stato ha ricavato 60 milioni di euro da questa tornata e di questi tempi ed in particolare in una situazione confusa della rete , è davvero tanto. I rischi di impresa sono altissimi. Riteniamo che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli debba intraprendere e promuovere attraverso la politica iniziative coraggiose in merito per risolvere gli squilibri attuali del mercato.
Dalla gara emerge anche che il mercato sia sempre più in mano ai grandi operatori e che alle piccole imprese venga riservato un ruolo di comprimari…
Il mercato si valuta e si difende in toto, tra grandi e piccoli operatori, mentre oggi di difendono gli interessi delle singole aziende, in particolare di grandi dimensioni ma con ritorni nefasti e pericolosi per il mercato. Ho letto l’intervista del dott. Ronchi (AD di Merkur win) e condivido in pieno la prospettiva di mercato terrestre ed on line e la loro connessione all’interno di un circuito regolato e trasparente, con reale beneficio per il giocatore. Le piccole imprese faranno la loro parte come sempre, non pensiamo che possano essere annientate a colpi di norme favorevoli o acquisizioni di mercato sconsiderate. Simili operazioni di fatto rivelano un nuovo modello di business che si vuole imporre, pretendendo di normalizzarlo in seguito. Questo è un errore che non si può ripetere. L’ Amministrazione deve vigilare attentamente e mettere tutti nelle stesse condizioni di competitività.
La gara poi non ha risolto affatto il problema dei ced/ctd: Stanley non ha partecipato, Goldbet lo ha fatto con un’offerta esigua, SKS ha chiesto un diritto. Cosa succede adesso? E soprattutto cosa sarà necessario fare per evitare che anche la rete 2016 si trovi nel caos?
Già ci siamo nel caos, purtroppo, non possiamo rimetterci ai giudici che emettono sentenze per uno o due operatori. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha preso un impegno di risolvere la questione dopo il bando, sono passati nove mesi, ed ora attendiamo sviluppi concreti. La vera sfida è eliminare il gap che c’è tra un punto di vendita legale ed uno non autorizzato in termini di attivazione, di prodotto, tasse e prerogative. Ad esempio la legge antiriciclaggio ed il divieto dei minori sono rispettati solo negli esercizi legali. Infine, le offerte anomale sono la prova evidente della loro volontà di concorrere con le nostre aziende attraverso condizioni immutate di privilegio.
Il settore giochi è nell’ultimo periodo esposto a pesanti critiche, a volte lanciate anche in maniera pretestuosa e cercando facili sensazionalismi. Cosa pensi delle ultimissime vicende e anche del modo in cui il mercato dei giochi si è difeso?
Gli ultimi episodi sono stati davvero paradossali tra denunce e smentite. Smentite che peraltro andrebbero estese a tutti gli operatori e non solo quelli di Sistema Gioco Italia. Le polemiche in ogni caso sono il risultato della politica degli ultimi anni: le attenzioni dei grandi operatori, impegnati nelle loro trasformazioni da soggetti economici a soggetti finanziari, sono state rivolte solo alla logica “compulsiva” del profitto spinte da investimenti congrui ma inspiegabili. La conseguenza di ciò ha dato luogo ad una vasta gamma di pratiche commerciali ingannevoli o aggressive verso il consumatore e verso gli stessi esercenti, mortificati e schiacciati nella filiera, a discapito del livello di servizio e della trasparenza. Il mondo sociale, attraverso le proprie organizzazioni, non percependo questa evoluzione o meglio “involuzione” del sistema di fatto ha reagito pesantemente e spesso in maniera pretestuosa contro tutto il settore che ne era responsabile solo in parte. Il nostro obiettivo è diverso dal piano regolatore – che assomiglia a delle lacrime di coccodrillo – di SGI. Noi partiamo dalla considerazione che la rete va regolata e sviluppata non “castrata”.
Quindi state pensando a forme di associazionismo diverse…
A breve raggrupperemo diverse Associazioni e operatori medi di settore in Confcommercio per perseguire politiche di difesa del mercato che riteniamo unico (scommesse, bingo, casinò, newslot, vlt, virtual games etc) a difesa degli investimenti, ma sopratutto della valorizzazione e sussistenza economica delle imprese. Le nostre dinamiche saranno diverse anche nella comunicazione, in altre parole non ci schiereremo in “difesa” di alcune posizioni, ma ci impegneremo per essere riconosciuti per quello che rappresentiamo e non certamente l’industria. L’industriale che storicamente non ci riconosce rappresenta il peccato originale. L’impegno e l’attenzione che la politica rivolge al mondo dei giochi pubblici è davvero scarsa. Cosi ci ritroviamo contro tutto e tutti: comuni, associazioni, pseudo ricercatori, politici e la stessa Amministrazione che spesso è silente di fronte ad ogni tipo di attacco. Noi rappresentiamo un mercato regolato dallo Stato, unico in Europa dove l’ essenza è un elevato livello di protezione dei consumatori e dei servizi connessi. Tutto Il resto è solo intrusione e confusione che di certo non aiuta lo sviluppo ed il consolidamento del settore. lp/AGIMEG