Palermo: confiscati beni per 300mila euro a indagato operazione “Game Over” per gestione sale giochi e scommesse

Beni per circa 300mila euro sono stati confiscati dalla Polizia di Stato a G.O.G., 40 anni, di Partinico (Palermo). La Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo su proposta del questore Leopoldo Laricchia.

La misura ha riguardato 12 rapporti finanziari tra cui conti correnti, polizze vita, fondi di investimento e un’auto BMW X6. La figura di O.G. è emersa nell’operazione ‘Game over‘ della Squadra mobile di Palermo che ha fatto luce sugli interessi di Cosa nostra nel settore delle sale gioco e scommesse e su una mole di denaro, spesso sottratta a qualunque forma di controllo legale e fiscale, che rappresenta una delle più cospicue fonti di reddito degli ultimi anni per i boss.

Nel febbraio del 2018, O.G. è stato arrestato per associazione mafiosa. Per gli investigatori avrebbe fatto parte, in particolare, della famiglia di Partinico, che, “avvalendosi della forza d’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e omertà che ne deriva, operava il controllo territoriale e delle attività imprenditoriali attive nel settore dei giochi e scommesse a distanza, ponendosi come gruppo antagonista a quello facente capo a B.B.”.
In particolare O.G., in qualità di responsabile provinciale del circuito di scommesse ‘Leaderbet’, avrebbe “operato in maniera funzionale agli interessi dell’organizzazione mafiosa, grazie alla imposizione dei brand commerciali allo stesso riconducibile, garantita sul territorio palermitano da esponenti di Cosa nostra a fronte di un corrispettivo in percentuale dei profitti tratti dall’illecita attività nel settore delle scommesse, versato nelle casse dell’organizzazione mafiosa”.

A novembre 2019 è stato condannato in primo grado alla pena di otto anni e otto mesi di reclusione. La Corte di Appello di Palermo, con sentenza del luglio del 2021, lo ha assolto dal reato di intestazione fittizia (riducendo la pena a otto anni un mese di reclusione), confermando nel resto la sentenza. Successivamente al suo arresto, sono stati svolti dall’ufficio Misure di prevenzione patrimoniali della Questura di Palermo accertamenti dell’uomo e del suo nucleo familiare che hanno permesso di evidenziare “una notevole sproporzione economica tra i redditi leciti dichiarati, ben inferiori alle ordinarie spese di mantenimento, e gli investimenti patrimoniali effettuati, a conferma dell’evidente impiego di risorse finanziarie di illecita provenienza derivanti dalla sua attività imprenditoriale favorita dalla vicinanza a Cosa nostra”. Con lo stesso provvedimento di confisca gli è stata applicata la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di due anni. lp/AGIMEG