“Cosa succederà nella prossima legislatura lo scopriremo nelle prossime settimane. Credo che il dibattito sul fatto che ci debbano essere tanti punti d’accesso al gioco o meno punti, ma più grandi e controllabili, parte dal pregiudizio e ipocrisia di Stato. I giochi sono legali e sono una grandissima fonte di finanziamento per molte delle spese che servono al sistema paese. Attraverso una legislazione a fisarmonica in cui si è più permissivi quando si devono prendere i denari e più restrittiva quando se ne può fare a meno, di fatto, la si indica come un’attività di cui il sistema paese non è fiero. Se viene sdoganato questo aspetto la questione di tanti punti di gioco o pochi e più concentrati cade immediatamente”. E’ quanto ha affermato l’esponente del Partito Democratico, Ubaldo Pagano, durante l’incontro “Dalla Commissione di inchiesta sul gioco ai provvedimenti locali: quali prospettive per il settore del gioco pubblico nella XIX legislatura”, promosso da IGT in collaborazione con Reti.
“Se l’obiettivo è quello di contrastare più efficacemente la ludopatia il fatto che ci siano dei luoghi concentrati rende il controllo più facile e semplice. Gli operatori contrastano la ludopatia attraverso programmi sensibilizzazione, ma la ludopatia è una patologia e non possono curarla gli attori del gioco perché non sono professionalizzati. Anzi, molto spesso anche nei SerD non c’è professionalizzazione in merito”.
“Bisogna uscire dall’ipocrisia e individuare il problema contrastandolo efficacemente cominciando a formare gli operatori in quelle che sono le istituzioni che dovrebbero occuparsi anche di una malattia come la ludopatia. Fatto ciò, bisogna fare anche delle attività di collaborazione interattiva tra gli operatori di gioco legale e servizi che si occupano delle dipendenze patologiche attraverso dei controlli che possono essere standardizzati. Il fatto che possa essere una opportunità avere dei centri concentrati è che magari gli operatori potrebbero essere collocati, anche in attività di supervisione, all’interno di quei luoghi per verificare se al loro interno ci possano o meno essere che rischiano di sfociare nella ludopatia. Bisogna trovare delle soluzioni per fare in modo che un qualcosa di legale possa essere vissuto in una maniera non estemporanea”.
“Ho delle perplessità sul fatto che possa nascere una nuova authority per il settore del gioco. Credo che rafforzando i poteri di ADM potremmo avere lo stesso risultato. Per quanto riguarda favorire la filiera autoctona è un qualcosa in cui ci siamo occupati anche nella scorsa legislatura. Ricordo che quando si è trattato di aumentare la percentuale di Preu che si andava a trattenere una delle partite di giro è stata quella di mettere una clausola per cui la concessione possa essere data soltanto a chi opera sul mercato nazionale da un certo numero di anni. Il vero paradosso è che noi stiamo facendo un’attività di concentramento sul gioco legale, quando c’è il gioco online che non è controllabile e che come dice la Commissione Antimafia nel 60% dei casi riconducibile ad attività criminali e che non ha alcun tipo di controllo o barriera poiché si può accedervi solo con uno smartphone”.
“Da questo punto di vista è chiaro che un sistema paese che voglia uscire dall’ipocrisia di Stato deve affrontare tutti questi argomenti, sapendo che nel momento in cui decide di utilizzare il gioco legale non può fare a meno di occuparsi di quella galassia di attività che ineriscono un qualcosa da cui lo Stato ha un prelievo importante, e che rappresenta una fonte di finanziamento utile per molte delle spese che sono addirittura incomprimibili“.
ac/AGIMEG