La Corte di Cassazione conferma la custodia cautelare in carcere per uno degli indagati dell’operazione Mani In Pasta. L’inchiesta circa un anno fa ha disarticolato il clan dell’Acquasanta di Palermo, portando al fermo di 91 persone in tutta Italia. Il sodalizio gestiva diversi racket, per quanto riguarda gli interessi nel settore dei giochi manipolava delle corse ippiche e gestiva giochi e scommesse online. Inoltre, organizzava anche delle lotterie clandestine – e imponeva ai commercianti della zona di acquistare i biglietti – per sostenere gli esponenti in prigione e le loro famiglie. L’indagato in questione, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe partecipato “agli incontri, anche a livello apicale, con gli esponenti delle famiglie mafiose dello stesso o di altri mandamenti, adoperandosi in modo diretto e sistematico alla realizzazione degli affari illegali, fra cui le riffe, quelli connessi al traffico di stupefacenti e degli altri delitti”. L’uomo aveva anche un ruolo diretto nella manipolazione delle corse ippiche: collaborava infatti per “condizionare fraudolentemente le gare ippiche nel settore del trotto, confermandosi anche l’avvenuto svolgimento da parte dell’indagato del ruolo di intermediario” verso uno dei vertici dell’organizzazione “nel periodo in cui questi era detenuto nel carcere dell’Ucciardone, e gli altri sodali a cui – l’indagato, NdR – aveva trasmesso messaggi e informazioni”. lp/AGIMEG