“L’operazione ha riguardato principalmente la famiglia mafiosa dell’Acquasanta. L’ordinanza di custodia cautelare contiene un’impressionante numero di attività illecite che denotano un controllo capillare del territorio da parte del clan: a parte il 416 bis, abbiamo riciclaggio, attestazioni fittizia di beni, favoreggiamenti reali e personali, estorsioni, tentate estorsioni, spaccio di stupefacenti, frodi sportive nel settore dell’ippica, giochi illeciti attraverso slot machine e piattaforme online, con conseguenti truffe all’erario su scommesse, organizzazioni di spedizioni punitive, illecita concorrenza e atti di violenza e minaccia in vari settori economici, con il supporto di concorrenti e compiacenti anche professionisti. Le indagini si sono estese anche nella provincia di Milano. Il controllo del territorio viene esercitato in modo capillare, ricavandone un guadagno addirittura anche in mercati rionali, l’inserimento nella cantieristica. E’ stata registrata l’attività di questo clan anche fuori dalla Sicilia, nello specifico in Lombardia con riciclaggio, compravendita di immobili con prestanome ed attività di lusso. E’ stata scoperta una lunga serie di reati grazie a intercettazioni telefoniche, telematiche, attività di osservazioni e pedinamento, e attraverso la consultazione delle banche dati. Abbiamo un intervento nel settore dell’ippica con l’alterazione della regolarità di varie gare sul territorio nazionale anche attraverso l’opera di fantini compiacenti. L’attività si estendeva anche alla gestione delle riffe. Vi è un costante tentativo di investimento nelle attività lecite ma sulla base di un enorme disponibilità di denaro di provenienza illecita. Nell’attualizzazione delle esigenze cautelari, il Gip fa attenzione su i rischi che tali attività di reinvestimento in un periodo di crisi seguito dall’emergenza epidemica per la facilità di ottenimento di denaro illecito e di inserimento nei settori maggiormente colpiti dalla crisi potrà essere operato da settore criminali e mafiosi. Le necessità economiche in cui molti si trovano ristretti consentiranno vista la capacità di azione di Cosa Nostra di incrementare il rischio di infiltrazioni nei settori commerciali e imprenditoriali. Eseguito un imponente numero di sequestri: società commerciali, immobili, attività commerciali, conti correnti, autovetture, cavalli, motocicli. Le indagini non sono concluse”, ha detto il Procuratore Francesco Lo Voi in merito all’operazione “Mani in Pasta” che ha portato all’arresto di 91 persone a Palermo per mafia, appartenenti ai clan palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella, e al sequestro di un vasto patrimonio immobiliare e mobiliare del valore di circa 15 milioni di euro. Disposto il sequestro del patrimonio e del complesso aziendale di 22 attività economiche, tra cui centri scommesse, società attive nei settori della cantieristica navale. Produzione, commercializzazione e somministrazione di bevande e alimenti. Disposto il sequestro preventivo di 13 cavalli da corsa, 8 immobili, vari mezzi di trasporto. “Oltre all’attività estorsiva, abbiamo canali di utilizzo di flussi finanziari che finivano nel condizionare gare ippiche in tutta Italia. Con fantini a cui veniva commissionata la capacità di condizionare gli altri fantini nelle gare fino a dopare i cavalli. Una capacità di condizionamento più pervasivo a cui si aggiunge una capacità economica. Nel Sud Italia c’è una criticità accentuata. I flussi finanziari hanno interessato più categorie di soggetti obbligati ad un contributo di collaborazione al sistema di prevenzione che riguarda istituti finanziari, di credito, liberi professionisti, ma anche gli operatori del gioco. Quest’ultima è una catena inserita dal Legislatore a pieno titolo agli obblighi di cooperazione attiva nell’attività di prevenzione. E noi abbiamo già ricordato gli interessi finanziari di questa associazione mafiosa. Tutte queste categorie però sono degli assenti. E’ stato per questo un lavoro più difficile”, ha aggiunto il Generale Padula. “Abbiamo attività tipiche di Cosa Nostra, tra cui slot machine e gestione illecita delle scommesse online. Vicino a queste altre sono connaturate nel territorio della famiglia Acquasanta e cioè i carrelli per spostare e la gestione dei cantieri navali. Abbiamo attività di respiro nazionale, come le corse truccate dei cavalli, ad esempio a Milano o in provincia di Savona. Poi la delocalizzazione del commercio di caffè da Palermo a Milano e un giro di compravendita di orologi di grande valore. Cosa nostra non è un comitato d’affari, ma una struttura mafiosa radicata sul territorio che si aggira tra i 160 e 200 anni di vita che non può essere sradicata con una singola operazione e che ha nel suo dna la qualità per poter sfruttare la crisi derivata dall’emergenza da Covid-19”, ha detto Salvatore De Luca, procuratore aggiunto alla direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano. cdn/AGIMEG