Operazione Galassia: confiscati beni per oltre 700.000 a imprenditore di Reggio Calabria con interessi in giochi e scommesse

La Direzione Distrettuale Antimafia, insieme ai finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e dello Scico di Roma e con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno confiscato beni per oltre 700.000 euro ad un imprenditore di Gioia Tauro, S.F., che operava nel settore dei giochi e delle scommesse.

La figura dell’uomo era emersa nell’ambito dell’operazione ‘Galassia’ che ha messo in luce un sofisticato ed altamente remunerativo sistema criminale, finalizzato alla raccolta illecita di scommesse online, attraverso importanti bookmakers esteri aventi sede in Austria e Malta, che avrebbero operato in rapporto stretto con la ‘ndrangheta.

L’imprenditore figurerebbe quale capo, promotore ed organizzatore di un’associazione inserita nel descritto sistema illecito e che è imputato nell’ambito del procedimento penale che ha dato luogo alla predetta operazione ‘Galassia’.

Eseguito dalle fiamme gialle, il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria e riguarda l’intero compendio aziendale di una ditta individuale e due società, tutte operanti nel settore della gestione e manutenzione degli apparecchi da gioco, nonché di 15 terreni situati in provincia di Arezzo. Beni che erano stati sequestrati nel gennaio 2023.

In relazione all’associazione a delinquere, l’imprenditore oggi è sotto processo perché, secondo l’accusa, avrebbe svolto il ruolo di promotore ed organizzatore del sistema illecito di raccolta delle scommesse.

Stando alle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Stefano Musolino e dal sostituto della Dda Sara Amerio, l’organizzazione criminale avrebbe offerto una sorta di “protezione ambientale” all’impresa di gaming, consentendo l’espansione sul territorio di punti di distribuzione e garantendo, con l’intimidazione, il recupero dei crediti di gioco.

La stessa organizzazione avrebbe ottenuto una contropartita monetaria, infiltrandosi nelle imprese, godendo di un canale privilegiato per la ripulitura del denaro sporco, lucrando sugli utili e inserendo propri esponenti nella rete commerciale territoriale.

Per la Procura diretta da Giovanni Bombardieri, anche dopo l’adozione dei primi provvedimenti giudiziari a suo carico, l’imprenditore di Gioia Tauro avrebbe continuato a svolgere la propria attività imprenditoriale nel settore delle scommesse on line, rigenerandosi dal punto di vista imprenditoriale attraverso la costituzione di nuove entità giuridiche nella formale titolarità dei suoi prossimi congiunti.

Così facendo, attraverso un complesso sistema di ramificazioni societarie, secondo l’accusa, avrebbe continuato ad intrattenere rapporti commerciali, traendone profitti, con le società oggi confiscate. Gli accertamenti, inoltre, hanno consentito di rilevare come l’imprenditore, senza disporre di idonee lecite risorse finanziarie, avesse effettuato rilevanti acquisizioni immobiliari. mb/AGIMEG