Operazione Galassia, Cassazione conferma obbligo di dimora per 2 ctd. Erano strumentali a attività del sodalizio

LA Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi intentati dai titolari di due Ctd coinvolti nell’operazione Galassia contro le misure cautelari disposte nei loro confronti. Nei confronti dei due, inizialmente, erano stati disposti gli arresti domiciliari, trasformati poi dal Tribunale di Catania in obbligo di dimora. Per la Cassazione il Tribunale ha messo in evidenza che “l’utilizzo occulto nelle agenzie di scommesse di siti con estensione “.com” (illegali in Italia perché sprovvisti di concessione in quanto vietati dopo la sanatoria del 2015), parallelo al sistema legale contraddistinto dal “.it”, abbia riscontrato, in fatto, l’esistenza di un “sistema” organizzato per l’attività di ricezione, raccolta e intermediazione di giochi e scommesse, che consentiva al titolare dell’agenzia di accettare direttamente le scommesse da parte dei clienti, provvedendo a creare egli stesso il contatto diretto con il bookmaker straniero, sprovvisto della concessione in Italia da parte dell’A.D.M.”. Inoltre, “l’accertata struttura caratterizzata dalla predisposizione di locali, apparecchiature e personale – lungi dall’essersi risolta nella sostanziale messa a disposizione dei giocatori delle sole apparecchiature e nel controllo dei locali ove le stesse sono ubicate, senza alcun intervento sull’utilizzazione dei terminali da parte dei giocatori medesimi – si poneva in rapporto strutturale e strumentale con l’attività posta in essere deputata all’esercizio e raccolta a distanza di non consentite scommesse, idonea a configurare un’organizzazione criminale caratterizzata da stabilità, permanenza e vincolo di scopo, costituito – quest’ultimo – dal complessivo funzionamento del sistema ed il conseguimento dei relativi guadagni”. lp/AGIMEG