Operazione Breaking Bet: intermediazione e raccolta su siti di scommesse e giochi senza concessione, chiesti 10 rinvii a giudizio

La Dda (Direzione distrettuale antimafia) ha chiesto 10 rinvii a giudizio nell’ambito dell‘inchiesta “Breaking bet che avrebbe sgominato un giro di giochi illegali per favorire alcune famiglie mafiose di Licata, Campobello di Licata e Campobello di Mazara.

La Direzione investigativa antimafia, lo scorso novembre, ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare con cui sono state disposte dieci misure cautelari personali, di cui una in carcere, cinque ai domiciliari e quattro divieti di esercizio della professione e dell’attività imprenditoriale.

L’operazione, denominata “Breaking Bet”, le cui indagini sono state sviluppate dalla Sezione operativa della Dia di Agrigento, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati a cui si contestano, a vario titolo, responsabilità in ordine alle ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa, esercizio abusivo di attività d’intermediazione nella raccolta di gioco, tramite l’installazione di apparecchi da gioco in assenza di concessione ADM, estorsione aggravata dall’agevolazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori.

Le indagini hanno fatto luce su una distribuzione e installazione di postazioni da gioco, resa possibile mediante la costituzione di società intestate a prestanomi: tramite gli apparecchi collegati in rete a siti internet esteri, ai giocatori era consentito di partecipare a scommesse su eventi sportivi, oppure di scegliere, oltre ai giochi di abilità a distanza, anche opzioni di gioco caratterizzate dall’alea e dal fine di lucro.

L’udienza preliminare, davanti al gup di Palermo, è stata fissata per il 21 maggio. I difensori potranno chiedere un rito alternativo. cdn/AGIMEG