L’open hearing ‘Il nuovo sistema retail dei giochi’ organizzato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è stato seguito con molto interesse da tutto il settore dei giochi e sono state sollevate numerose questioni da parte degli operatori del comparto.
“Il giocatore deve essere consapevole di quello che fa, l’offerta di gioco deve essere consentita nei locali generalisti, ma deve essere separata, per evitare che ci sia una promiscuità con le altre attività. E’ il problema più grosso per il quale siamo stati spesso attaccati”. Lo ha detto il presidente di A.Gi.Re, Angelo Basta, nel corso dell’open hearing organizzato dall’ADM sulla riorganizzazione della rete del gioco a terra.
“Nel riorganizzare la rete dei giochi riteniamo opportuno ridare una qualifica a gestori ed esercenti attraverso titolo di riconoscimento, una qualifica professionale, come quella dei tabacchi, una sorta di patente del ricevitore, in modo che una volta per tutte questa attività sia sdoganata e faccia parte della riforma della rete che state predisponendo”. E’ quanto ha affermato il Segretario Generale dell’Utis, Stefano Sbordoni, durante l’Open hearing “Il nuovo sistema retail dei giochi” dedicato alla riforma del sistema retail di raccolta di gioco pubblico in Italia.
“Accolgo con grande piacere questa iniziativa. Era ora, il confronto tra regolatore e operatori è alla base di costruzione delle nuove regole”, lo ha detto il presidente di Giocare Legale, Pasquale Chiacchio, intervenendo all’open hearing sulla rete di vendita a terra organizzato dall’Adm. “Le regole che cambiano in continuazione fanno perdere credibilità al settore del gioco. Siamo i primi a essere bersagliati, qualunque cosa succeda, da 10 anni subiamo questa onda che poi è diventata uno tsunami. Serve una comunicazione verso le parti sociali e il grande pubblico. I 12 miliardi che restano nelle casse dello Stato vengono investiti in opere pubbliche come strade e ospedali. Tutti i giochi devono essere trattati allo stesso livello, perché al momento c’è una parte delle attività che viene considerata indispensabile, e un’altra che può essere invece sacrificata”.
Domenico Distante, presidente di Sapar, ha espresso alcune preoccupazioni sulla presenza degli apparecchi da intrattenimento nei bar. “Abbiamo a che fare con piccole e medie imprese che hanno a che fare con sale giochi, scommesse e bingo, a anche i bar. Qualcuno ha paura che dopo 30 anni, dopo il ruolo fondamentale svolto per la raccolta del gioco, e per la tutela del mercato lecito del gioco, la figura del gestore venga completamente cancellata. Vorrei una rassicurazione da parte dell’ADM”. Il direttore di ADM, Marcello Minenna ha subito replicato: “Non abbiamo questa intenzione, ma intendiamo favorire una più netta separazione tra le attività. E’ una necessità che ci hanno segnalato anche diverse associazioni, che hanno a che fare con aspetti collaterali legati al gioco che si possa creare una confusione degli spazi dedicati al gioco con quelli dedicati a altre attività. Non è possibile avere un bar di pochi metri quadri in cui ci sono slot e spazi dedicati alla consumazione, perché altrimenti gli avventori non capiscono se sono andati a prendere il caffè o a giocare. E anche questo contribuisce alla cattiva immagine del gioco”.
“La riforma del settore dei giochi è delicata e urgente, un’esigenza sentita soprattutto nel lockdown, abbiamo visto gli effetti derivanti dalla chiusura del gioco legale in termini di riemersione dell’illegalità, e di come le aziende che hanno investito nel settore non riescano ad andare avanti. Il rischio è riaprire e poi richiudere subito dopo per via delle leggi regionali, che hanno provvedimenti retroattivi che potrebbero cancellare il gioco legale. Una riforma è oggi più che mai auspicabile. Per Astro la riforma del settore deve passare per 5 capisaldi: lotta all’illegalità (rafforzando il circuito legale, qualificando l’offerta), tutela della salute dei cittadini, riscrivere norme che consentano una riqualificazione maggiore in termini di location e operatori (industria ed esercenti), fiscalità sostenibile (ad ogni finanziaria siamo soggetti ad aumenti di tassazione) che comprenda anche gli enti locali, infine una concertazione di questa riforma che comprenda le associazioni di categoria”. E’ quanto ha detto il vicepresidente di As.Tro, Paolo Gioacchini, durante l’Open hearing “Il nuovo sistema retail dei giochi” dedicato alla riforma del sistema retail di raccolta di gioco pubblico in Italia”.
“Da anni cerchiamo di capire cosa succederà alle sale bingo”. Lo ha detto Salvatore Barbieri, presidente di Acob, intervenendo nell’opem hearing organizzato dall’ADM per la riorganizzazione della rete a terra dei giochi. “Nell’introduzione dell’ADM manca il concetto di gaming hall, ad esempio ancora abbiamo delle problematiche per l’apertura di punti scommesse nelle sale. Manca anche il discorso del contingentamento, più macchine ci sono nei locali generalisti e più si riducono i margini per tutti. Altra questione è la fiscalità, se si continua su questa strada non vedo un grande futuro non solo per le sale bingo, ma per tutti i concessionari. L’ultima domanda riguarda le gare, quando verranno bandite e come si coordineranno con le leggi regionali”.
“L’iniziativa di oggi apre le porte al riordino, sono tanti anni che lo aspettiamo e speriamo che questa sia l’occasione per portarla in porto. Il riordino è indispensabile e da parte nostra lavoreremo a pancia a terra per dare il nostro contributo.” Lo ha detto Geronimo Cardia, presidente di ACADI intervenendo nell’open hearing organizzato dall’ADM per la riorganizzazione della rete a terra dei giochi. Cardia ha anche annunciato che l’associazione presenterà a breve un documento sulla questione; “Ci sono tanti aspetti su cui lavorare”.
“Oltre ad un programma di riforma del settore, è importante anche un programma di riforma della comunicazione”. E’ quanto ha dichiarato Alessio Crisantemi di Gioconews.
“Lei Direttore è l’anello di congiunzione che unisce il mondo del gioco a quello istituzionale. Veniamo da mesi di manifestazioni di piazza, come quelle del Comitato Donne in Gioco, scese in piazza per oltre due mesi in maniera continuativa, o i lavoratori del Piemonte e quelli del CNI, ma c’è stata poca attenzione da parte della politica nei confronti del settore. A parte qualche eccezione, sono stati pochi i politici disposti ad ascoltare le problematiche del settore. Cosa può fare il settore per avere una maggiore attenzione da parte della politica e cercare di far cambiare l’ingiusta reputazione? Serve un’informazione corretta”. Lo ha detto il direttore di Agimeg, Fabio Felici, intervenendo nell’open hearing organizzato dall’ADM per la riorganizzazione della rete a terra dei giochi. “Inoltre si parla di riaperture in zona bianca: l’errore fatto dal settore dopo il primo lockdown è stato alzare serrande e dimenticare il rischio che ci sarebbe potuto essere un secondo lockdown, come avvenuto. Cosa può fare il comparto per prevenire un terzo lockdown che sarebbe fatale a questo punto?”.
cr-gr/AGIMEG