Open Hearing-Il nuovo sistema retail dei giochi: il contributo di Federippodromi, Cirsagest e Criga

“Con la presente, la scrivente FEDERIPPODROMI, dato il suo preminente ruolo all’interno della filiera ippica come Federazione rappresentativa delle Società di Corse, entità riconosciute ex lege quali concessionarie per la raccolta delle scommesse ippiche che esercitano nel nostro paese dalla fine del XIX secolo, intende contribuire all’open hearing avviato da ADM, avendo piena consapevolezza dell’assoluta necessità di creare le condizioni di sostenibilità della filiera ippica e dei comparti agricolo ed alimentare collegati. Come da anni ampiamente riscontrato da tutte le istituzioni preposte, il settore attraversa, una grave crisi motivata, tra le altre ragioni, dalla difficoltà di reperire autonomamente risorse a sostegno della filiera. Infatti, la raccolta delle scommesse sulle corse dei cavalli, storicamente primaria fonte di finanziamento del settore, è decresciuta drammaticamente nel corso dell’ultimo ventennio, sfociando in una situazione di irreversibilità, vedendo il prodotto cannibalizzato dalla massiccia immissione sul mercato della nuova offerta di gioco pubblico, che in gran parte ne ha sfruttato la rete fisica: “agenzie ippiche e sportelli tris”. Le ragioni sottostanti il vertiginoso calo riscontrato risiedono, in particolare, nella disparità di trattamento delle scommesse sulle corse dei cavalli, sia al totalizzatore che a quota fissa, la cui tassazione (prelievo), pari a più del doppio di quella delle scommesse sportive e virtuali, ha svilito l’attrattività del prodotto di gioco ippico, sia dal lato della domanda (minore interesse dei giocatori), sia, soprattutto, dal lato dell’offerta, dato lo scarso incentivo dei concessionari dei giochi pubblici alla promozione delle scommesse sulle corse dei cavalli, in ragione della maggiore marginalità dei prodotti concorrenti (scommesse sportive; scommesse virtuali). Ulteriori gravi contributi alla crisi della raccolta, da noi sempre denunciati in questi anni , in tutte le sedi competenti, stanno nella ingiustificata e dannosa separazione tra i due totalizzatori (ippica d’agenzia e nazionale) nonché nella fallimentare formula della scommessa Tris, Quartè, Quintè, mai modificata con l’introduzione delle vincite di seconda e terza categoria, bonus e jackpot formula da trent’anni vincente nella vicina Francia che proprio su questa tipologia di scommessa basa buona parte delle enormi risorse destinate al settore ippico. Già nella legge 27 dicembre 2017, n. 205 (finanziaria per il 2018) erano state previste misure finalizzate a supportare la ripresa del comparto ippico, ma ad oggi gran parte delle disposizioni previste sono rimaste inattuate, tra le quali quelle previste ai commi 1055 e 1058. Cosi come è stata inattuata, lasciando scadere la Delega quanto espressamente previsto dall’art.14 della Legge 11 marzo 2014 n.23 ovvero una riforma complessiva del settore, il restyling regolamentare e di prelievo delle scommesse ippiche, nonché il riconoscimento agli ippodromi, in quanto luoghi naturalmente e storicamente deputati alla raccolta del gioco, di uno status speciale che permetta la commercializzazione dell’ intero pacchetto di giochi pubblici all’ interno dei comprensori ippici con l’intero prelievo lordo da questi derivante destinato al finanziamento del comparto (gestione e manutenzione impianti e montepremi delle corse). Nell’attesa che le citate disposizioni siano attuate è intento necessario ed urgente individuare ed attuare velocemente le prime soluzioni utili ad invertire l’attuale circolo vizioso, la scrivente Associazione si rende fin d’ora disponibile a fornire ad ADM contributi tecnici e progettuali rispetto a quanto esposto, redatti da primari esperti in materia. In sintesi gli interventi che si propongono sono i seguenti. • equiparazione del prelievo erariale tra le scommesse ippiche e quelle sportive a quota fissa; • riunificazione dei due totalizzatori (ippica d’agenzia e nazionale); • riforma scommessa TRIS/QUARTE’/QUINTE’ con l’introduzione delle vincite di seconda e terza categoria, bonus e jackpot; • riconoscimento ippodromi come luoghi storicamente dedicati al gioco lecito, commercializzazione di tutti i giochi pubblici con l’intero prelievo lordo da questi derivante destinato al finanziamento del comparto ippico; • sottoscrizione dei disciplinari con le società di corse”. E’ quanto si legge nel contributo di Federippodromi fornito ad ADM a seguito dell’Open Hearing ‘Il nuovo sistema retail dei giochi’ svoltosi lo scorso 31 maggio.

“Cirsagest S.p.A., condivide l’obbiettivo di avere un Testo unico del gioco, razionalizzando le diverse norme vigenti, per la gestione del gioco legale, per poter contrastare l’offerta di gioco illegale e irregolare con particolare attenzione al divieto del gioco per i minori, nonché per superare le diverse normative regionali e comunali che hanno inserito limitazioni alla distribuzione del gioco legale. In merito alle principali novità enunciate per sommi capi nell’Open Hearing del 31 maggio 2021, si formulano le seguenti osservazioni. 1. Trasformazione delle sale VLT, agenzie ippiche e sportive e bingo in Gaming Halls. I concessionari potranno essere autorizzati a realizzare Speciali Gaming Halls (ad esempio in ristoranti ed alberghi). Il concetto delle Gaming Hall è una formula ottima per l’offerta pubblica del gioco che già esiste in Italia. Consente la verifica della maggiore età all’ingresso, e una offerta controllata e professionalizzata. Ad oggi non tutte le sale gioco, bingo, agenzie scommesse, offrono tutte le tipologie di gioco pubblico retail. L’offerta di gioco pubblico è divisa per concessioni, alcune di esse in monopolio. Andrà declinato se fra i requisiti per qualificarsi come Gaming Hall è richiesta l’offerta obbligatoria di tutti i prodotti di gioco retail che fanno parte del portafoglio di ADM, oppure se potranno offrire soltanto alcune tipologie di gioco, tenendo conto delle implicazioni per la libera concorrenza sul mercato. Queste tipologie di punti vendita necessitano di grandi investimenti, per cui è imprescindibile salvaguardare gli avviamenti già realizzati, come previsto nell’Intesa della Conferenza Unificata Stato-Regioni del 7.09.2017. È anche interessante la idea di autorizzare Speciali Gaming Halls, i cui requisiti dovranno anche essi essere declinati. 2. I bar con rivendite ordinarie di tabacchi o patentini potranno raccogliere i giochi con consumo immediato, come lotterie e totocalcio. Non è chiaro il concetto di “giochi con consumo immediato” e quali tipologie di gioco retail comprenda. 3. Le rivendite ordinarie di tabacchi e gli esercizi assimilati potranno, se dotati di apposite sale separate, raccogliere: Giochi numerici a totalizzatore, Giochi numerici a quota fissa, scommesse, lotterie, AWP. Da quanto trasparso nell’open hearing l’idea della distribuzione sul territorio dei punti vendita generalisti che offrono gioco pubblico si ispirerebbe al modello delle rivendite di generi di monopolio. Potrebbe essere un valido metodo, per armonizzare la distribuzione dell’offerta di gioco, e superare le limitazioni imposte nelle normative regionali con orari e distanziometri variegati. Tuttavia, bisogna consentire una diffusione capillare sul territorio dei punti vendita generalisti per il presidio della legalità nonché definire chiaramente il concetto di “esercizi assimilabili” ed i requisiti oggettivi, soggettivi e organizzativi di essi (p.e. numero massimo di apparecchi istallabili, indicazioni standard su come disporre e proporre le diverse tipologie di gioco), che non limitino la libera concorrenza e contemperino l’offerta dei prodotti di gioco retail in uno spazio dedicato, e ben differenziato dall’attività principale, ma non separato fisicamente”, si legge nel contributo di Cirsagest.

“Con la presente nota le società Get Network Srl e Criga S.C.aR.L., che rappresentano oltre 100 aziende del comparto della raccolta di giochi pubblici, con oltre 20.000 apparecchi gestiti, vogliono offrire il loro contributo su alcune tematiche all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in vista della riforma del sistema retail di raccolta del gioco pubblico. Criga e Get Network, nello specifico, sono realtà che rappresentano imprese italiane (per la maggior parte PMI) operanti nel settore dei giochi pubblici, in particolare nella gestione di apparecchi da intrattenimento di cui al comma 6, lett. A) e B) dell’art. 110 del T.U.L.P.S. (rispettivamente AWP e VLT), oltre che di sale giochi. · Concessioni per il settore della raccolta di gioco legale terrestre Anche in considerazione della difficile situazione in cui si trovano gli operatori, in vista della riforma del settore, si chiede di prevedere una proroga (non onerosa) delle concessioni per il settore del gioco offline almeno fino al 31 dicembre 2024 con l’inserimento, nei successivi bandi di gara, di parametri economici e tecnici che rendano sostenibile la partecipazione non solo ai grandi players di mercato (ad esempio, per quanto riguarda il numero di apparecchi da distribuire sul territorio e l’onere dei relativi diritti). In vista dei nuovi bandi, si ritiene inoltre necessaria una regolamentazione uniforme su tutto il territorio con precisazione di orari di gestione degli apparecchi numero e distanze da luoghi sensibili (che andrebbero meglio chiariti e semplificati, con divisione in aree in base a densità di popolazione ed anche in funzione delle diverse caratteristiche e peculiarità delle Regioni, ad esempio con diversificazione di orari nelle zone e nei i periodi dell’anno con maggiore afflusso di turisti. Per quanto riguarda il tema delle concessioni in corso si chiede un intervento immediato da applicare fino al termine delle stesse, volto alla garanzia ed efficacia del principio di non retroattività sancito già dalla conferenza stato regioni del 2017 che ora invece è disatteso e disapplicato in molte Regioni e Comuni a causa delle disposizioni normative relative al distanziometro, agli orari, ecc. fino al termine delle stesse. · AWP Le AWP, tra le varie tipologie di giochi pubblici, sono sicuramente quelle che creano meno dipendenza in quanto si tratta di apparecchi con prevalenza della componente intrattenimento (con costo della partita massimo di 1 euro e vincita massima di 100 euro). Qualora si decidesse di concentrare il gioco nelle sale specializzate, escludendole da bar e locali generalisti (fatti salvi quelli muniti di apposite salette con accesso controllato), non solo fallirebbero migliaia di PMI italiane dedicate alla gestione delle slot nei bar e degli stessi locali (con conseguenti perdite occupazionali) e si ridurrebbero drasticamente le entrate erariali, ma si andrebbe a “ghettizzare” ulteriormente il gioco nelle sale periferiche, attraendo maggiormente i giocatori problematici (che non cercano visibilità nei locali dove si trova una maggiore “socialità” dovuta alla presenza di pubblico diversificato e destinatario di diversi servizi). Si potrebbero prevedere, soluzioni tecniche utili a migliorare ulteriormente l’intrattenimento (allungando il tempo della partita, riducendo la giocata massima a 50 cent etc o la vincita massima a 50 euro) e perfezionare i sistemi di controllo da remoto (in previsione dell’avvento delle nuove AWPR) oppure consentire l’attivazione degli apparecchi con apposite tessere nella disponibilità degli esercenti. Si propone quindi, in luogo della loro drastica riduzione annunciata nei locali pubblici (con i conseguenti rischi già comprovati di riemersione dell’illegalità) una revisione dei parametri di contingentamento delle AWP nei locali, stabilendo una superficie minima e massima di spazi ove collocarle (escludendo quelli con superficie minime e questo varrebbe anche per le rivendite “micro” di tabacchi), individuando anche nuovi criteri di distanziamento dai luoghi sensibili (riducendolo a non oltre 100/200 metri per esempio da scuole ed ospedali) ed innalzando l’età minima per accedere al gioco pubblico a 21 anni. Per contrastare il rischio di patologie da gioco d’azzardo, si propone inoltre, in vista dei nuovi bandi, di ridurre il n. delle VLT e delle sale per Provincia (a non più di 20.000/25.000 diritti da collocare in non oltre tenuto conto che l’incremento del fenomeno della ludopatia si è mostrato negli anni immediatamente successivi alla introduzione nel mercato di questi apparecchi (molto più performanti, con possibilità di introduzione di banconote e di perdita di svariate migliaia di euro in pochi minuti). Basterebbero 25.000/30.000 VLT sul territorio (invece delle attuali 58.000) collocabili in max 2.000/2.500 sale dedicate. · Accesso al credito e rapporti con gli Istituti bancari Con la riforma del settore del gioco si auspica una risoluzione definitiva della problematica relativa ai rapporti tra operatori del comparto del gioco pubblico e Istituti bancari che molto spesso, per questioni definite etiche”, procedono in via unilaterale al recesso dai contratti di conto corrente con le aziende del settore oppure rifiutano l’apertura di conti correnti a tali soggetti e la concessione di linee creditizie (comprese quelle previste dai decreti di sostegno alle imprese). Tutto ciò provoca negli addetti al comparto – soprattutto ai più piccoli – forti difficoltà di tipo economico, legate anche agli adempimenti di legge a cui il settore deve provvedere nonostante la crisi legata all’emergenza da Covid-19. · Fiscalità Negli ultimi anni sono state continue misure sempre più penalizzanti per il comparto: l’aumento costante e progressivo della tassazione, regolamentazioni regionali sempre più restrittive, con particolare riferimento all’offerta di gioco mediante apparecchi, hanno ridotto la marginalità degli operatori tanto da rendere non più sostenibili i loro equilibri economici. Il settore è stato poi ancora di più messo a dura prova dall’emergenza sanitaria da Covid-19. Di conseguenza, si ritiene necessario prevedere un blocco ad eventuali ulteriori aumenti della tassazione (se non una temporanea riduzione del PREU alle percentuali ante 2019) che possa consentire alle imprese, soprattutto alle PMI rappresentate da Criga e Get Network, di tornare a poter operare in maniera sostenibile. Allo stesso tempo sarebbe necessario introdurre, anche per questa tipologia di gioco, in previsione dei futuri bandi, la tassazione sul margine – prevedendo aliquote sostenibili per gli operatori (massimo al 40/50% del residuo della raccolta) così come avvenuto per le scommesse sportive con la Legge di Bilancio 2016 (Legge n. 208/2015)”, aggiunge nel proprio contributo Criga. cdn/AGIMEG