Confronto nel Governo nella giornata odierna sulla nuova stretta anti Covid per i giorni delle festività natalizie. L’esecutivo starebbe infatti valutando una nuova serie di misure restrittive che dovrebbero essere messe nero su bianco attraverso un nuovo Dpcm. Lo strumento legislativo che verrà adottato non è escluso possa vedere la luce in serata e dovrebbe prevedere un altro giro di vite sui giorni di festività. Presumibilmente l’Italia tornerà ‘zona rossa’ dal 24 dicembre al 6 gennaio. Le precedenti misure sugli imminenti giorni festivi, considerate ora insufficienti, erano state emanate in un decreto ad hoc, che aveva ‘integrato’ l’ultimo Dpcm. La scelta, se confermata, servirebbe per provare ad arginare con maggiore intensità una eventuale terza ondata di contagi a gennaio. La maggior parte degli esperti sanitari non ha dubbi sul fatto che, se si vedranno nelle prossime settimane assembramenti come quelli che si sono visti nello scorso weekend in varie città d’Italia, ad inizio 2021 ci sarà una nuova impennata di casi.
Nel frattempo anche alcune regioni hanno sposato la linea ‘intransigente’ del ministro della salute Roberto Speranza in tema di spostamenti. A guidare i governatori favorevoli a una zona rossa nazionale in vista delle festività c’è Luca Zaia, che negli ultimi giorni ha visto la regione da lui amministrata in affanno sul fronte coronavirus. D’accordo con Zaia e Speranza, come riferito dall’Ansa, ci sono al momento, oltre al ministro Francesco Boccia, i rappresentanti di Lazio, Friuli Venezia Giulia, Molise e Marche.
Con l’Italia che potrebbe tornare improvvisamente tutta di nuovo ‘zona rossa’, saranno vietati gli spostamenti sia all’interno sia al di fuori del proprio Comune di appartenenza. Ogni spostamento dovrà essere giustificato da un’autocertificazione. I bar e ristoranti sarebbero aperti dalle 5 alle 22 solo per asporto, la consegna a domicilio sarebbe invece sempre possibile. Chiusi i negozi – sale giochi, sale scommesse, sale bingo hanno abbassato le saracinesche da fine ottobre – tranne supermercati, generi alimentari e commercio al dettaglio di beni di prima necessità. Oltre ad edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie restano aperte anche le lavanderie, le ferramenta, negozi di vernici e materiali per costruire, i rivenditori di elettrodomestici, prodotti di informatica ed elettronica di consumo, di ottica e fotografia, benzinai e autosaloni.
Rimangono aperti anche parrucchieri e barbieri, librerie e cartolerie, fiorai, rivenditori di macchine per l’agricoltura e attrezzi da giardinaggio, concessionari di auto e moto, rivenditori di cosmetici, saponi e prodotti igienico-sanitari, articoli sportivi, biciclette e articoli per il tempo libero; aperti i negozi di biancheria, di confezioni e calzature per bambini e di giocattoli. All’interno del mercato centrale e dei mercati rionali è consentita la vendita dei soli generi alimentari e del settore fiori-piante-animali. Chiusi, invece, i negozi di abbigliamento per adulti e i centri estetici. lp/AGIMEG