Si è conclusa l’udienza di merito contro la quarta mini penale delle newslot da 70 milioni di euro per le dieci concessionarie, che è stata mandata in decisione. Al centro del dibattito è stato introdotto anche il concetto di danno non patrimoniale, invocato dall’avvocatura dello Stato e respinto dai concessionari, che non si limita ad analizzare la vicenda sulla mancata raccolta, ma anche sul fatto che non sono stati possibili i dovuti controlli sul giocato. La vicenda è la stessa che ha portato la Corte dei Conti a contestare in primo grado una sanzione da oltre 2,4 miliardi di euro – in appello 8 concessionarie hanno poi chiesto la sanatoria, pagando il 30% dell’importo, mentre Bplus e Hbg sono state condannate a versare rispettivamente 335 e 72 milioni di euro. Il giudizio amministrativo tuttavia riguarda non il danno erariale, ma la semplice applicazione delle penali, calcolate sulla base degli atti integrativi alla concessione stipulati nel 2009, che prevedono meccanismi più favorevoli alle compagnie. Sulle prime 3 voci delle penali – riguardanti i ritardi con cui venne allestita tra il 2004 e il 2007 la rete degli apparecchi delle newslot – il Consiglio di Stato assolse le concessionarie sostanzialmente affermando che il progetto della rete fosse faraonico e che per tanto una serie di ritardi fossero inevitabili. cz/AGIMEG