Ieri i primi colloqui, in autunno probabilmente la nuova licenza per PokerStars e Full Tilt per tornare ad operare negli Stati Uniti, più precisamente nello stato del New Jersey. Il provider canadese Amaya Gaming ha infatti contattato le autorità di regolamentazione del casinò del New Jersey subito dopo la maxi operazione che ha portato all’acquisizione delle due poker room per un totale di 5miliardi di dollari.
“Abbiamo avuto i primi contatti con Amaya per riattivare la domanda, sul lungo periodo potrebbe essere una mossa molto importante per il mercato del gioco online”, ha detto David Rebuck, direttore della Divisione del gaming online nel New Jersey.
La concorrenza osserva, ma paradossalmente vedrebbe di buon occhio il ritorno del colosso nel mercato Usa. Brian Mattingley, CEO della 888 Holdings non ha nascosto che le due room sarebbero fondamentali per il rilancio di tutto il mercato, seguendo la filosofia “Meglio una piccola fetta di una torta enorme, che una grande fetta di una torta piccola”.
In effetti la domanda di autorizzazione di Amaya arriva in un periodo di flessione generale. A maggio una nuova battuta d’arrestocon i profitti lordi che sono calati dell’8% rispetto a aprile, per un totale di 10,5 milioni di dollari. Il poker online ha subito la contrazione maggiore (-12%, 2,6 milioni), mentre per i giochi da casinò il calo è stato del 7% (8,2 mln). Per quanto riguarda gli operatori, l’unico a registrare profitti in crescita è stato il Golden Nugget (611mila dollari circa, +6%), anche se detiene una quota di mercato di circa il 6%. Per gli altri le contrazioni vanno dal 2% del Borgata (che comunque è il maggiore operatore, con oltre 4 milioni di profitti e una quota di mercato del 38%), al 27% del Trump Plaza (677mila dollari). Nei cinque mesi del 2014 i profitti raggiungono i 53,5 milioni di dollari, con il Borgata che si conferma il maggiore operatore (oltre 20,5 milioni, il 38,3% del mercato), seguito da Ceasars Interactive (15,9 mln, 29,8%) e il Tropicana (8,1 mln, il 15,1%). Questi tre operatori da soli controllano oltre l’83% del mercato, le compagnie attive sono comunque sei. Una situazione che, se saranno confermate le previsioni di David Rebuck, dovrebbe mutare. cz/AGIMEG