Monza, in tre anni apparecchi da intrattenimento diminuiti del 25%. Allevi (Sindaco): “Sulla strada giusta per combattere la ludopatia”

In tre anni a Monza il numero degli apparecchi da intrattenimento è sceso del 25%, passando da 572 a 429. Allo stesso tempo, la spesa pro capite è passata da 823 euro a 238. Sono i numeri ufficializzati dall’Amministrazione comunale a seguito di un’analisi sugli ultimi 36 mesi relativa all’applicazione del Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie legate al gioco d’azzardo e del progetto “Attenti al Gap”, finalizzato alla prevenzione e repressione del gioco d’azzardo. Poco più di un anno fa il sindaco Dario Allevi ha firmato un’ordinanza per limitare l’orario delle sale slot, che hanno così dovuto spegnere le macchinette per 15 ore al giorno, dalle 23 alle 14. “Un percorso iniziato che, con questi primi risultati, ci conferma di essere sulla strada giusta per combattere una vera e propria piaga sociale com’è quella della ludopatia”, spiega il Sindaco. “Questi numeri sono il risultato della nostra lotta senza quartiere alle macchinette: le “slot” sono sempre meno grazie al lavoro di contrasto e di prevenzione fatto in questi anni”, spiegano Dario Allevi e l’Assessore al Commercio Massimiliano Longo. “In particolare sono state fissate norme rigide per l’apertura delle sale da gioco e definite le cosiddette ‘aree sensibili’, creando di fatto una vera e propria ‘no slot zone’. Un’operazione di ‘bonifica’ resa possibile anche grazie all’impegno di alcuni esercenti che per una scelta etica hanno deciso di rinunciare ad un guadagno sicuro. Alla prossima Assemblea dei Sindaci il Consigliere Martinetti presenterà al Presidente della Provincia l’esperienza monzese con l’obiettivo di estenderla a tutti i Comuni brianzoli al fine di rendere omogenee le regole e, soprattutto, i divieti”. In due anni, nel 2018 e nel 2019, gli agenti del Nucleo Polizia Annonaria e Commerciale hanno effettuato 367 controlli contestando un centinaio di violazioni (per poco meno di 150 mila euro). Inoltre sono stati messi i «sigilli» a una quarantina di apparecchi. lp/AGIMEG