“La crisi del COVID-19 o Coronavirus è una delle più grandi crisi sanitarie che la nazione abbia dovuto affrontare, crisi che sta mettendo in grande difficoltà non solo il sistema sanitario, ma anche la coesione sociale e soprattutto il sistema economico; l’industria del videogioco nazionale rappresenta un giro d’affari di 1 miliardo e 787 milioni di euro; il videogioco, che sia un passatempo, un lavoro o una passione, ha consolidato la propria posizione come forma di intrattenimento, coinvolgendo un numero di giocatori crescente e diversificato in Italia, come nel resto del mondo; l’industria nazionale dei videogiochi, tra le altre, sta subendo gli effetti della contrazione economica derivante dal diffondersi dell’epidemia da COVID-19, a causa della drastica riduzione dei già limitati investimenti esteri e delle commesse per videogiochi non commerciali da parte di committenti pubblici e privati. Il lavoro su commissione rappresenta, infatti, una delle fonti principali di risorse per le piccole e medie imprese italiane che operano nel settore, a fronte della mancanza di sostegno pubblico e di difficoltà endemica di accesso al credito. Aesvi (ora Iidea), associazione di categoria dell’industria dei videogiochi in Italia, stima che l’88 per cento delle imprese è costretto a ricorrere all’autofinanziamento per produrre videogiochi destinati al mercato commerciale e oggi, per effetto dell’emergenza COVID-19, si rischia una battuta d’arresto drammatica nella produzione di nuovi videogiochi realmente «nazionali»; la legge 14 novembre 2016, n. 220, ha previsto, all’articolo 15, il riconoscimento alle imprese di produzione cinematografica e audiovisiva di un credito d’imposta, in misura non inferiore al 15 per cento e non superiore al 30 per cento del costo complessivo di produzione di opere cinematografiche e audiovisive. Per quanto riguarda i crediti di imposta, ad oggi non è stato ancora emanato il tax credit per la produzione di videogiochi; a quanto risulta all’interrogante, nel corso degli anni, il Ministero della cultura avrebbe notificato uno schema di decreto alla Commissione europea, secondo le procedure previste dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. La Commissione europea avrebbe chiesto ulteriori chiarimenti, in particolare legati alla sfera di applicazione del tax credit per i videogiochi, e, successivamente, avrebbero fatto seguito gli ulteriori passaggi interni alle strutture competenti finalizzate alla stesura del testo definitivo del provvedimento, tra cui l’espressione del parere del Consiglio superiore del cinema e dell’audiovisivo; ancora oggi, tuttavia, a distanza di oltre tre anni dall’emanazione della legge sull’audiovisivo, il decreto attuativo relativo al credito di imposta per le imprese di produzione di videogiochi non ha ancora visto la luce; considerando l’assenza nel quadro normativo nazionale di una misura ad hoc a supporto della produzione italiana di videogiochi, l’adozione del tax credit prevista dalla legge sul cinema e l’audiovisivo potrà rappresentare sicuramente una boccata di ossigeno per le piccole e medie imprese del settore, le quali potrebbero così avere a disposizione la liquidità necessaria per la ripresa delle attività –: se il Ministro interrogato non intenda adottare le iniziative di competenza per emanare quanto prima il provvedimento di cui in premessa, al fine di garantire un supporto alle imprese del settore colpite dagli effetti della contrazione economica”. E’ quanto chiesto nell’interrogazione rivolta al Ministro della cultura dal deputato Mollicone (FdI). cdn/AGIMEG