“Il lockdown ci ha consentito di comprendere meglio le dimensioni del gioco illegale” che nel 2019 risultava, secondo le stime del procuratore antimafia De Raho, “in circa 20 miliardi. In un Paese come l’Italia, con una regolamentazione stringente e un’autorità sul gioco, questo è inaccettabile”. E’ quanto ha detto all’ADNKronos il direttore genarale di ADM, Marcello Minenna. Attraverso il Comitato per il contrasto al gioco illegale (Copregi), ricorda Minenna, gli interventi in “oltre 50 province” ha permesso di individuare “200 sale con gioco illegale e irrogando sanzioni per quasi un milione di euro. È l’unico modo per dare un segnale di ripristino delle regole. Mettiamo così le basi per un riordino del settore, che dopo diversi lustri richiede ormai un intervento di modernizzazione”.
Inoltre, con le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria e la conseguente chiusura delle sale da gioco pubbliche, sono state evidenziate “la presenza di infiltrazioni mafiose ma anche e soprattutto le difficoltà di una filiera produttiva che mantiene famiglie e imprese”. Per questo, dice ancora, “credo che mai come ora sia improcrastinabile la necessità di riscrivere in un testo unico le regole dei giochi, includendo anche che una parte delle entrate possano andare a Regioni e Comuni per dotarsi, ad esempio, degli strumenti necessari per la cura delle ludopatie”. E non solo, aggiunge Minenna, perché “bisogna agire con maggiore forza anche sul fronte delle sanzioni al gioco illegale e all’evasione da imposte da gioco”.
Avanti poi con il “principale obiettivo” di “completare il processo di digitalizzazione già avviato nell’Agenzia, per renderla sempre più efficiente in termini di servizi e prestazioni, sia nell’ambito dei sistemi antifrode che nello smaltire le pratiche di sdoganamento”, ha detto ancora il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, a pochi giorni dalla sua riconferma alla guida dell’ente pubblico, arrivata dopo poco più di un anno dal primo incarico. Incarico che, dice ancora, “è motivo di grande orgoglio” perché gli ha permesso di guidare l’Agenzia “in una fase complessa come quella segnata dall’emergenza sanitaria”.
“Ringrazio – dice ancora Minenna – tutto il personale, colleghe e colleghi che hanno affrontato questa fase così delicata con grande spirito di servizio per il Paese. Molte sfide sono state affrontate e vinte, come dimostrano i risultati ottenuti sul fronte della velocizzazione dei processi di sdoganamento, di vitale importanza proprio nella fase iniziale e più acuta del Covid-19” o come testimoniano, aggiunge Minenna, “l’attività legata ai porti” o “le nuove misure di controllo adottate nell’ambito dell’antifrode, fondamentali per gestire la fase Brexit, rendendo più agevole il transito delle merci e più attrattiva l’intera filiera della logistica italiana. La pandemia, inoltre, ci ha spinto a fare uno sforzo in più a favore del Made in Italy”. Quanto al piano di riorganizzazione e digitalizzazione di Adm, “in questa direzione va anche la scelta compiuta pochi giorni fa di applicare, per primi tra le Pubbliche amministrazioni, il cosiddetto ‘sblocca concorsi’, per lo svolgimento dell’atteso reclutamento di 2.500 posti di lavoro per il quale sono pervenute – annuncia Minenna – circa 160 mila domande”.
Non manca, poi, l’accenno all’euro digitale: “E’ un progetto molto interessante cui manca, però, urgenza e necessità”, spiega Minenna, nell’evidenziare come “le banche centrali stiano accelerando in questo campo perché messe sotto pressione dal settore privato, ma la realtà è che il sistema finanziario attuale non sta domandando un nuovo strumento di pagamento”. “Giustamente – continua Minenna – si dice che l’euro digitale sarà solo un altro strumento che si affiancherà a quelli già disponibili: contante, depositi, carte di credito, un po’ come le auto elettriche si stanno affiancando a quelle a propulsione a benzina, gasolio, metano, senza sostituirle integralmente. Tuttavia – prosegue – al momento si fatica ad inquadrare quale sarà il pubblico di riferimento per l’euro digitale, se si dovrà prediligere la tracciabilità stile depositi bancari e dunque invadere il terreno di gioco delle banche oppure puntare più su uno strumento simile al ‘contante digitale’ che consente maggiore privacy nelle transazioni”. Infatti, come ricorda ancora il direttore generale di Adm, “una recentissima consultazione con il mercato sull’Euro digitale pubblicata dalla Bce mostra come gli operatori tengono in massimo conto il problema della riservatezza delle transazioni in digitale”. lp/AGIMEG