“Nel settore si genera una regolamentazione secondaria parziale che opera da quanto rimane di una regolamentazione primaria che nel settore del gioco annovera qualche centinaio di norme stratificate, se includiamo le regionali e quelle locali superiamo le 700. Sul tema delle proroghe sarò lapidario: se a giugno 2022 l’Agenzia non avesse fatto le proroghe, il settore del gioco avrebbe chiuso. Sul tema del gioco c’era e c’è una confusione tra gioco regolato e irregolare. Per chiarire questo aspetto ho allargato l’orizzonte confrontandomi con le altre Istituzioni per capire perché non si riesca ad inquadrare il distinguo tra questi due ambiti. Il gioco regolato vuol dire avere strumenti per poter instradare verso un’ordinaria attività, mentre il nemico da combattere è il gioco illegale. Lo scoppio della pandemia ha determinato la chiusura del gioco pubblico legale. Poco prima, fortunatamente, fu riattivato il Copregi. Il gioco illegale in quel frangente ha invece continuato ad operare. Il gioco legale è mappato, di questo sappiamo tutto”.
E’ quanto ha detto il Direttore Generale di ADM, Marcello Minenna, in occasione della presentazione della relazione conclusiva dell’attività svolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico: “Il settore del gioco in Italia” al Senato.
“Sul gioco illegale si tratta di trovare chi offre senza autorizzazioni, per questo abbiamo anche sviluppato una App. Ho segnalato in 49 lettere le criticità normative che si avvicinavano. A giugno scorso, eravamo ancora senza proroga ed il gioco sarebbe decaduto, ADM avrebbe riacquisito quell’operatività e dopo qualche mese il settore sarebbe stato consegnato alla criminalità”, ha aggiunto.
“Ho evidenziato che durante gli Europei dovevamo riaprire le scommesse perché gli Alert segnalavano che stava succedendo di tutto. Ha prevalso tuttavia l’atteggiamento “bacchettone” per cui giocare equivale a farsi del male”, ha detto.
“Su questo tema bisogna fare veramente squadra a livello istituzionale per scrivere il testo unico dei giochi in una maniera laica e al passo coi tempi. Bisogna iniziare a parlare di Metaverso. Ho provato in prima persona i visori ottici e vi assicuro che può succedere di tutto e quel gioco non è misurato da nessuno. A me sembra che stiamo realmente ignorando quello che ci sta succedendo intorno. La legge sulla gara online, che per varie ragioni non si può attuare, muove esattamente nella logica opposta della rete internet. Delle due l’una: chi l’ha scritta non sa come funziona la rete internet o chi l’ha scritta conosce la rete internet e ha fatto in modo di favorire Malta e altre sedi dove la nostra vigilanza è indebolita. Perché è indebolita? L’Agenzia ha controlli molto puntuali, ma non abbiamo il blocco dei conti dei residenti all’estero e non c’è la capacità di intervenire sulla rete parimenti a quanto accade in altre settori. Queste esigenze le avrò illustrate in tantissime audizioni nelle Commissioni di Camera e Senato, eppure non si è riusciti a vedere nessuno di questi normativi attivo, anche quelli a costo zero. Non è complesso mettere mano a questo settore e l’Agenzia ha fatto diversi open hearing confrontandosi col sistema produttivo e le proposte sono sul sito e sono state più volte condivise. Ora si tratta semplicemente per chi verrà dopo di voler affrontare in modo lineare ed omogeneo questo settore attraverso una logica al passo coi tempi. Non so se ci saranno altri che avranno lo stesso coraggio di prendere le decisioni che ha preso l’Agenzia ultimamente, non ultima quella della proroga. Mi unisco alle preoccupazioni di queste stratificazioni regolatorie e quindi penso che la riforma del gioco pubblico dovrà dare una maggiore flessibilità regolatoria verso un modello ‘authority’ che sia in grado di traghettare più rapidamente il settore del gioco pubblico”, ha concluso. cdn/AGIMEG