Maxipenali slot, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha inviato a Global Starnet la richiesta di versare i 335 milioni della condanna disposta dalla Corte dei Conti, ma il pagamento è bloccato dal momento che la compagnia si trova in amministrazione giudiziaria. La Corte dei Conti ha comminato alla compagnia la maxi-sanzione per il ritardo con cui venne allestita la rete delle newslot tra il 2004 e il 2007. La vicenda è quella che inizialmente portò la Procura della Corte a chiedere – per tutte le concessionarie delle slot – una sanzione di 90 miliardi. In realtà la condanna in primo grado fu di circa 2,5 miliardi, in appello la maggior parte delle compagnie beneficiarono di una procedura di definizione agevolata, per le altre le condanne vennero ridotte, quella della Global appunto, a 335 milioni. A inizio anno, la Corte ha respinto il ricorso per revocazione rendendo esecutiva la condanna, l’ADM ha così avuto il compito di recuperare le somme. La Global si trova tuttavia in amministrazione giudiziaria, a causa dell’inchiesta Rouge et Noir. In base al Codice Antimafia, per i crediti insorti prima è necessario effettuare la richiesta di insinuazione al passivo, per consentire ai commissari di valutare l’esigibilità della richiesta. In sostanza, questo iter – secondo quanto apprende Agimeg da fonti vicine alla compagnia – ha congelato la richiesta. Congelati, per lo stesso motivo, anche I pagamenti di rate del Preu al centro dell’inchiesta Rouge et Noir. La compagnia In sostanza avrebbe ritardato di versare il prelievo erariale sulle giocate delle slot raccolte, e successivamente avrebbe chiesto e ottenuto di versare queste somme – circa 200 milioni – a rate. Nello stesso periodo però avrebbe trasferito ingenti somme di denaro su dei conti esteri, condotta che secondo la Procura di Roma integra la fattispecie di riciclaggio. Occorre attendere l’esito dell’amministrazione giudiziaria per capire se lo Stato incasserà o meno queste somme. Secondo le fonti interpellate da Agimeg, se si arrivasse alla confisca della compagnia, questi crediti si estinguerebbero per confusione, in sostanza perché lo Stato diventerebbe creditore e debitore di se stesso. gr/AGIMEG