In un’epoca in cui il mondo delle scommesse sportive si intreccia sempre più con quello della tutela dell’integrità, il ruolo del Betting Integrity Expert si fa decisivo per riconoscere e contrastare fenomeni come il match fixing. In un’intervista di Marco Perciabosco, quotista per un importante concessionario italiano, il consulente dello Sport Integrity Team, Francesco Baranca, offre uno spaccato autentico e diretto di ciò che accade dietro le quinte del sistema scommesse a livello globale.
Ciao Francesco, iniziamo col dire chi è e cosa fa un Betting Integrity Expert…
Non esiste un albo o una definizione decodificata di integrity expert.
Io lo definirei colui il quale è in grado di decriptare l’andamento delle quote ma allo stesso tempo è anche capace di tradurre quell’abilità in concetti giuridici.
Un integrity expert non può fare a meno di avere una buona capacità investigativa e di essere esperto di giustizia sportiva.
Nella mia vita sono stato trader e giurista, ho lavorato nei bookmakers e nelle federazioni sportive, insomma un mix di competenze e di esperienze.
Purtroppo c’è moltissima mancanza di conoscenza e di esperienza in tutto ciò che è connesso all’integrity per non parlare di ciò che avviene nel mondo dei dati per fini di betting.
Sono mondi in cui pochissime persone capiscono determinate dinamiche e spesso per questo vengono emarginate.
In che modo filtri l’enorme mole di dati e informazioni che ti arrivano giornalmente?
Ho la fortuna di collaborare con alcuni bookmakers, di avere una facilità di osservazione del mercato e di avere un network di amici esperti in materia con i quali scambio informazioni.
Ovviamente ogni giorno vi sono uno o più eventi sospetti e consideriamo che io ho una visione parziale, per cui sicuramente i numeri sono molto di più.
Poi spesso si immagina chi scova una partita truccata, come una sorta di scienziato con 50 schermi a disposizione e software sofisticatissimi. Niente di più fuorviante: buona osservazione, comparatori gratuiti e un network di bookmakers che hanno interesse a denunciare le partite potenzialmente truccate .
Nel momento in cui reputi che una partita possa essere fonte di match fixing, quale iter segui?
Innanzitutto chiedo ai diversi bookmakers conferma di giocate sospette, controllo il mercato, ricerco informazioni su possibili fattori che possano avere creato movimenti anomali e formulo una prognosi che può sfociare in una sorta di certificato per i bookmakers del mio network.
Avvertire Federazioni e organizzatori dell’evento spesso se non sempre è un esercizio fine a se stesso, nella stragrande maggioranza dei casi ti ignorano, in alcuni casi ti chiedono di investigare, gratis, per loro.
I segnali che portano a uno studio più approfondito dei match sospetti, arrivano principalmente da bookmakers legali o da mercati illegali?
La definizione di mercato legale o illegale, già richiede particolare fatica. Quasi tutti i bookmakers sono in possesso di una licenza ( solida o meno) in qualche parte del mondo. I bookmakers con cui collaboro hanno diverse licenze in tutto il mondo, ma in materia di match fixing la distinzione dovrebbe essere differente.
Ovvero la differenza tra eventi pilotati nel mercato globale – con ovviamente mercato asiatico a tirare le fila – di semplice osservazione con quote di legali o illegali possono essere osservate pubblicamente ed eventi ( sempre più frequenti ) che vengono manipolati su particolari specialità ( punti nel tennis, micro prop bets nel calcio, tornei di ping pong o esports con fini commerciali), senza il coinvolgimento di cifre enormi, che avvengono su bookmakers non asiatici e che per essere scovati necessitano la segnalazione dei bookmakers stessi.
Certo è impossibile aspettarsi che i bookmakers asiatici si mettano a segnalare episodi di match fixing, ma sempre più bookmakers si stanno svegliando da quella senzazione di torpore o quasi di vergogna in materia .
In base alla tua decennale esperienza quali sono gli sport, le manifestazioni o le aree geografiche più facilmente vulnerabili? E quali potrebbero essere le discipline che nel futuro possono diventare problematiche?
Molto è cambiato nel corso di tutti questi anni, sia a livello geografico che a tipo di competizione e categorie coinvolte.
Una volta a farla da padrone era l’est Europa e i Balcani, ora Sudamerica, centro America, Turchia, Africa stanno emergendo prepotentemente anche se nelle ultime settimane est Europa (Croazia, Serbia, ,Macedonia ) stanno dando filo da torcere .
Ovviamente l’incredibile e indiscriminato aumento dell’offerta ha portato ad un aumento dei casi e delle categorie coinvolte.
Sempre più donne e giovani, categorie a rischio perché ovviamente più facilmente aggredibili e meno “costose”, vengono coinvolti in episodi sospetti.
Calcio sempre preminente, stante il numero di partite offerte, ma basket in prepotente crescita e poi esports e ping pong, insomma quasi tutto.
La scorsa settimana ho ricevuto una segnalazione riguardante il basket u20 donne della confederazione paulista…….
Nel futuro mi aspetto ulteriori aumenti con in testa le categorie a rischio sopracitate.
Ogni anno leggiamo i report delle varie società che si occupano di Integrity, con numeri sempre più preoccupanti. Indicativamente qual è la percentuale di eventi che poi portano a indagini, processi, squalifiche e condanne?
La prima cosa che dovrebbe fare riflettere è come i differenti stakeholders escano con reports tanto differenti in termini numerici, Si passa da oltre 1000 casi di qualcuno a meno di 200 per altri o a meno di 50 per altri ancora.
Una gran confusione e poi mi pare che obblighi di narrazione impongano storielle sempre più annacquate, con la necessitá di dire che i casi sono in diminuzione quando è l’opposto.
La percentuale di eventi che portano a squalifiche o anche solo ad indagini è risibile, quando qualcosa avviene, avviene con enorme ritardo .
In questo incide la mancanza di volontá e competenza, indagini costano richiedono expertise e poi spesso sfociano in disastri a livello giuridico con sonore sconfitte al CAS.
Netta differenza tra giustizia penale e sportiva, dal punto di vista penale difficile arrivare ad una condanna per i fixers, onere della prova a carico dell’accusa mentre più facile è per la giustizia sportiva, con parametri di soddisfazione della prova notevolmente più bassi, ma anche in questo caso avvocati dei fixers sono molto più preparati di quelli delle federazioni.
In ambito di prevenzione al match fixing, come reputi il ruolo attuale dei moderni betting service provider? E quello dei bookmakers legali?
Ritengo che quello dei betting providers sia il più grande conflitto d’interessi della storia.
I betting providers aumentano a dismisura l’offerta creando così ulteriori possibilità di fixing e danni per gli organizzatori che non compensano.
Poi si travestono da baluardi dell’integrità e denunciano movimenti anomali, che non sarebbero potuti accadere nel momento in cui l’evento non era offerto.
Guadagnano dalla vendita dei dati e dalla protezione postuma offerta, lasciando uno strascico di vittime, che sono i giocatori che diventano oggetto di scommesse loro malgrado a ogni etá e categoria ( ieri era offerta in molti bookmakers Giappone Arabia Saudita U17!!!)
La cosa più odiosa poi avviene quando i providers notano scommesse sospette ma continuano ad offrire la stessa squadra o lo stesso atleta, salvo poi denunciare il tutto!
Per quanto concerne i bookmakers legali, come dicevo qualcosa si sta muovendo anche se accompagnato da molta “timidezza” , capisco che i bookmakers siano “obbligati” ad offrire di tutto per non perdere fette di mercato ma non capisco l’accanimento di continuare ad offrire squadre o atleti finiti giá nella black list del match fixing.
Mi puoi spiegare il rapporto e gli equilibri di forze in campo tra betting service providers, bookmakers, federazioni, associazioni internazionali, consulenti di Integrity e altre eventuali figure coinvolte in tutto il processo?
Parzialmente ho giá risposto alla domanda, conflitti d’interessi e confusione dominano il mondo della lotta al match fixing.
Federazioni che si affidano a chi crea il problema, chi crea il problema che si propone di risolverlo, numeri completamenti diversi tra i differenti stakeholders, associazioni di bookmakers legali che pagano per servizi di integrity soggetti che alimentano il mercato illegale.
Corsi fatti ai giocatori da soggetti che esasperano l’offerta e foraggiano quel mercato illegale al quale i calciatori si rivolgono per bypassare quello legale.
Trovare qualcosa che funzioni in questo mondo è davvero difficile.
Anni fa rimasi impressionato leggendo l’inchiesta giornalistica “Calcio Mafia” del professor Declan Hill. Mi chiedo: quanto, secondo te, pesa ancora l’influenza della criminalità organizzata? E quanto essa abbia tuttora contatti diretti col sistema sportivo internazionale?
Collaboro costantemente con il Professor Hill e devo ammettere che in materia abbiamo una divergenza d’opinione. In tutte le inchieste a cui ho collaborato e che ho avuto modo di venire in contatto, ho visto in azione più “banditi” occasionali che grandi gruppi di criminalità organizzata, più ludopati che mafiosi consumati.
Certo quello che è chiaro è che il match fixing, tranne casi sfortunati per i colpevoli, è un reato “sicuro” con poche indagini e con zero colpevoli.
Ultima domanda: cosa si può fare nel futuro immediato per rendere ancora più efficace la battaglia contro il fenomeno del match fixing?
Il sistema è totalmente da riformare, ma la prima cosa semplice e urgente da fare è ridurre drasticamente l’offerta, non serve un integrity expert per capire che se una partita non è offerta non può essere truccata. lp/AGIMEG