Maredolce 2, resta in carcere l’uomo che gestiva il business delle slot per il clan Brancaccio

Resta in carcere l’affiliato al clan Brancaccio che gestiva il business delle slot. Lo ha deciso la Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione respingendo il ricorso contro la custodia cautelare in carcere. L’uomo – che dovrà rispondere dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso e di autoriciclaggio – era stato arrestato nel luglio scorso grazie all’operazione Maredolce 2 che ha portato complessivamente all’arresto di 25 persone, tra cui anche i due reggenti del clan Luigi Scimò e Salvatore Testa. Tra gli interesse del sodalizio, oltre a quello del gioco, anche le estorsioni, il traffico di stupefacenti e il contrabbando di sigarette. La Cassazione, nell’ordinanza di oggi, spiega che il Tribunale di Palermo – nel disporre la custodia cautelare in carcere – ha dimostrato “l’importanza per il sodalizio della gestione delle slot machine, sia perché Testa e Scimò erano in grado di veicolare ingenti somme nell’affare (forse anche avvalendosi di macchinette “irregolari”), sia perché i considerevoli profitti ricavati erano almeno in parte “destinati alla soddisfazione delle esigenze associative e, tra queste, al mantenimento dei sodali detenuti in carcere”. rg/AGIMEG