Italo Marcotti (Pres. Federbingo): “le sale Bingo oppresse da costi inaccettabili. Così si distrugge la Tombola moderna che regala sano intrattenimento e produce posti di lavori e risorse erariali”. IL VIDEO

“E’ necessario che la politica metta mano ai costi legati ai canoni di concessione del bingo (al settore sono stati chiesti anche per i mesi di chiusura dovuti alla pandemia ndr). Nel 2015 il canone oneroso mensile per ogni sala era di 2.800 euro e incideva per il 2,58% sul fatturato, nel 2019 è pari a 7.500 euro ed incide per il 6,62%. Sono numeri che portano al fallimento della nostra rete”. Lo ha dichiarato Italo Marcotti, presidente Federbingo durante l’incontro tra i vertici di Sistema Gioco Italia e la stampa.

“Nonostante che in questi anni, anche con le difficoltà dovute alla pandemia, il settore abbia prodotto meno valore, è stato aumentato il canone. Oggi il bingo raccoglie 1,5 miliardi di euro, ma occupa quasi 10mila persone. Questi dati sono fondamentali, visto che il bingo conta il 10% del totale della forza lavoro nel settore dei giochi. Eppure non veniamo ascoltati dalla politica. Dovremmo invece avere la dignità di qualsiasi altro concessionario di Stato”.

Per Marcotti “l’obiettivo è convogliare le forze del settore in un’unica voce: la questione territoriale, la tassazione, il riordino sono i punti chiave del comparto, le problematiche che vanno risolte. La rete del bingo oggi conta su 188 punti, tra qualche mese saranno anche meno, ma non si può cancellare”.

“Tra l’altro, la pandemia ha insegnato che dopo due anni a sale chiuse il problema del gioco azzardo patologico non è stato risolto, ma è solamente migrato sulla rete illegale. Lo Stato non deve dimenticare che siamo concessionari legali, che investono, producono posti di lavoro e garantiscono entrate erariali“, ha concluso Marcotti.

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