Manzocchi (Centro studi Confindustria): “Riaperture necessarie per evitare ulteriori danni economici, ogni settimana di blocco delle attività fa affondare il PIL”

“La riapertura delle attività è necessaria per evitare un tracollo economico ulteriore”. E’ quanto ha affermato Stefano Manzocchi, direttore del Centro Studi di Confindustria (CsC), in audizione alle Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato sul Def. “Con la decisione del Governo di rimandare l’inizio delle riaperture ci sono da considerare almeno due settimane in più di blocco delle attività produttive” che comportano “una caduta aggiuntiva del Pil di 1,5 punti percentuali”, in uno scenario internazionale che peggiora, avverte il direttore. Il CsC “sta rielaborando le previsioni per l’anno in corso”: ad oggi “la caduta del Pil si collocherebbe tra l’8 e il 10%”, quando era vista al -6%. “Questa audizione cade in un momento di emergenza senza precedenti nella storia della Repubblica. Già il 31 marzo il Centro Studi aveva indicato che, nel caso in cui la situazione non si fosse evoluta positivamente, confermando lo scenario ipotizzato per la ripresa delle attività produttive, le previsioni economiche sarebbero state riviste al ribasso. Secondo le nostre stime, ogni settimana in più di blocco normativo delle attività produttive, ai parametri attuali, sarebbe costata una perdita ulteriore di PIL nell’ordine di almeno lo 0,75% per l’Italia”, conclude Manzocchi.lp/AGIMEG